Il cd (cliccate per i riferimenti)

 

 

spartiti, libri, spetegulèss

 

Il produttore

 

Lorenzo

 

Marina

 

Marcello

 

Roby

 

Laura

 

 

 

 

 

DYLANIANA

guida all'ascolto

Non avevo bisogno che a Sua Bobbità Dylan venisse assegnato il Nobel nell'ottobre del 2016 per scoprire l'Artista. Lo conosco da sempre, dai suoi esordi all'inizio degli anni '60, quando compravo gli spartiti originali dei suoi primi album per cantare le sue aspre ballate con gli amici e poi incettavo libri e testi e interviste e analisi sul menestrello di Duluth. Però era arrivato il momento di fare una sintesi di cosa Dylan significasse per me e lo volevo fare registrando i brani che più mi avevano accompagnato in questo ultimo mezzo secolo.

La ruota del tempo è girata, ho cambiato residenza e frequentazioni e ci sono un paio di persone che volevo coinvolgere in questo progetto. La prima è Lorenzo Orlandini, chitarrista, insegnante di musica, cantante e ironico Acquario. Conosciuto girando qua e là per i locali musicali della mia Torino, anch'egli dylaniano di vaglia, suggerirà alcuni brani da inserire nella scaletta.

La seconda è Marina "The Prof" Pretti, cantante, corista, creatrice e insegnante di "Singlish", ovvero un seminario che aiuta i vocalist di estrazione latina ad esprimersi dignitosamente nella lingua di Shakespeare.

A loro, dopo un po' di tira-e-molla con altri musicisti, finiranno per aggiungersi Marcello Maggio, la possente voce tarantina dei BlueStyle, la new entry Roberto "Roby" Robattino all'armonica e Laura Brandolese, detta "Brandoletta", ai cori e percussioni.

Il misfatto si svolge nella mia nuova saletta musica. In genere io predispongo le basi e le parti strumentali, con tastiera e chitarre, su cui gli altri aggiungeranno su piste separate le ulteriori voci e strumenti. 

Ecco le canzoni che potete ascoltare su questo album, con l'indicazione dei contributi dei miei amici.

 

1 – YOU AIN'T GOING NOWHERE. Questo brano disimpegnato fa parte dello sterminato repertorio registrato alla buona con la Band nel 1967 e pubblicato solo nel 1975 col titolo "The Basement Tapes" (I nastri della cantina), ma le canzoni più orecchiabili erano circolate subito nell'ambiente musicale ed incise da vari colleghi, fra cui Peter, Paul & Mary, The Byrds, Brian Auger & Julie Driscoll, Manfred Mann. Io, Marina e Lorenzo alle voci. Miei l'arrangiamento e l'assolo di banjo.

2 – SERVIRE QUALCUNO. Godibile traduzione di Francesco De Gregori dell'originale Gotta Serve Somebody, dall'album della svolta misticheggiante "Slow Train Coming" del 1979. Marcello, voce e coro; Roby, armonica.

3 – I THREW IT ALL AWAY. Proviene da "Nashville Skyline" del 1969, album criticato dai critici criticoni e cretini e che invece ha avuto un bel successo e a me piace molto. Bella canzone che raccomanda di non sprecare un vero amore, non gettare tutto via come invece ha fatto il protagonista. Laura ai cimbali.

4 – TANGLED UP IN BLUE. Brano proposto da Lorenzo, tratto da "Blood On The Tracks", album riconosciuto come uno dei più importanti degli anni 70. Versi spiazzanti per una astratta storia di incontri e relazioni, fra presente, passato e futuro, con rime interne e assonanze, il tutto condito da dolore e melanconia. Lorenzo canta e suona la dodici corde. 

5 – RIFLESSIONI. E' la bellissima Don't Think Twice, It's All Right dal capolavoro "The Freewheelin' Bob Dylan" (Bob Dylan a ruota libera) del 1963. Il testo originale narra della asettica rottura di una coppia, ma io ho cucito su quella musica la mia visione politica e esistenziale. Scusate. Nessun altro è stato coinvolto in questo tradimento.

6 – TWEETER AND THE MONKEY MAN. Nel 1988 Dylan fa parte di un supergruppo con George Harrison, Roy Orbison, Jeff Lynne e Tom Petty battezzato burlescamente "The Traveling Wilburys". In questo brano Dylan ironizza su temi, situazioni e tormentoni alla Bruce Springsteen: la storia di due giovani spacciatori e dei loro sogni infranti. Marina, voce e cori; Laura, percussioni.

7 – TI VOGLIO. La versione dei Nomadi (traduzione abbastanza fedele, nonostante la difficoltà di rendere con la metrica italiana i monosillabi anglosassoni) di I Want You del 1966. Marcello ai cori, Laura ai cimbali. Le armoniche qui le suono io.

8 – MISSISSIPPI. Altra proposta di Lorenzo, da "Love and Theft" del 2001. Il titolo dell'album è stato usato da De Gregori per il suo già citato "Amore e Furto - De Gregori canta Bob Dylan" del 2015. Le melanconiche riflessioni di un viaggiatore il cui unico errore, dice, è stato rimanere in Mississippi un giorno di troppo. Lorenzo ha curato l'arrangiamento, suona le chitarre acustiche e il banjo, canta tutto il brano meno le tre strofe che canto io. 

9 – THIS WHEEL'S ON FIRE. Altro brano realizzato da Dylan con la Band; un'acida serie di accuse e puntualizzazioni rivolte ad una persona dalla memoria corta. Con in testa la versione di Brian Auger e Julie Driscoll del 1967, ho dato al pezzo l'andamento swing per la calda voce di Marina.

10 – THE MIGHTY QUINN. Sempre da "The Basement Tapes", vivace marcetta sul possente Quinn, l'eschimese, che porta allegria e gioia a tutti. Roby all'armonica, Marina ai cori; Laura, cori e percussioni.

11 – LAY LADY LAY. Notissima dolce ballata tratta da "Nashville Skyline" del 1969. Dopo alcuni tentativi, ho voluto suggerire l'immagine di due innamorati che fanno l'amore nel letto d'ottone mentre fuori scroscia la pioggia. Lorenzo voce e chitarra.

12 – KNOCKIN' ON HEAVEN'S DOOR. Il capolavoro tratto dalla colonna sonora di "Pat Garrett e Billy Kid" del 1973. Cercando di non ricalcare troppo l'originale, gli ho dato un andamento reggae come già aveva osato fare Eric Clapton. Marina, voce e cori; Lorenzo il riff di chitarra; Laura, cori.

13 – MAN IN THE LONG BLACK COAT. Il brano più rarefatto, giocato tutto sul ritmo del delay alla chitarra. Da "Oh Mercy" del 1989. La ragazza se n'è andata insieme al predicatore, l'uomo con il lungo cappotto nero.

 

Spero di avervi incuriosito e che vorrete procurarvelo. E buon ascolto!

14/05/2018 

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