MASCHERE
E SPECCHI
guida
all'ascolto
Diciotto
mesi. Il tempo di confezionare un paio di bimbi noi l’abbiamo
usato per dare alla luce il mio biglietto da visita da cantautore,
la summa delle mie ispirazioni rimiche e soluzioni ritmiche, dei
miei testi pensosi e accordi baldanzosi, delle mie storie
improbabili e atmosfere impalpabili. Sedici titoli, mica bruscolini!
Come ho ammesso in altra occasione ho faticato un poco a scegliere i
brani cercandoli rappresentativi e digeribili. Complessivamente ho
messo insieme una buona squadra, comprendente vecchi amori e giovani
speranze, badando alla varietà, alle sfaccettature, cercando di
dare di me un’immagine musicale che rendesse giustizia alle mie
varie passioni e stili: il blues, il rock, il folk, il metal, il
country, la ballata, lo swing, il pop, la musica strumentale.
Il
pilastro su cui mi sono appoggiato è stato Umberto: produttore,
fonico, bassista, pianista, corista, arrangiatore e anima critica
con cui confrontarmi. Oltre a lui, in un delirio di condivisione, ho
invitato quindici amici, politicorrettamente equamente suddivisi per
genere (sesso), per aiutarmi ad esaltare le differenze, gli stili,
la varietà dell’album. E’ stata soprattutto questa scelta, di
cui non mi pento, a dilatare i tempi di coinvolgimento,
registrazione e arrangiamento. I crediti di ciascuno sono
puntigliosamente riportati sulla cover dell’album e a quella/o vi
rimando (cioè, acquistatelo!) Mentre scrivo l’album è in via di
confezionamento, ma mi pareva bello chiudere l’anno con questa
scheda. Il titolo del cd non è stato scelto a caso: i brani sono in
parte autobiografici (specchi) e in parte di pura fantasia
(maschere). Eccoli.
1
– AUTORITRATTO. Poco più di un minuto (la mia proverbiale
modestia non mi concedeva di più) per due sestine dall’insolita
rima abc-abc. Atmosfera quasi medioevale, chitarre, violini e
flauti. E’ un’ouverture, un prologo, un aperitivo, un sorso di
crodino e un’oliva.
2
– VENDO CANNONI. Porto in giro la “musica del diavolo” da un
quarto di secolo e mi è sembrato giusto iniziare con questo
sarcastico blues in Mi maggiore. Qualcuno, forse un po’ distratto,
si è chiesto di che cannoni parlasse la canzone. La risposta è:
artiglierie, obici, esplosivi, armi di distruzione di massa. Il
protagonista è un rispettabilissimo mercante di morte, non un
pusher. Chiaro?
3
– LA BALLATA DEL MARE SALATO. Ispirata alle ultime pagine
dell’omonima storia di Hugo Pratt, descrive l’addio di Corto
Maltese e Pandora Groovesnore (che prima gli spara e poi subisce il
suo fascino); secondo Vincenzo Oliva è “la più bella tavola
d’amore del fumetto” e io condivido. Non male i versi, con
ripetute rime interne. Particolarmente coinvolgente (e
imprevedibile) l’apporto dei miei amici: in questo caso
soprattutto Donata e Lorenzo.
4
– NOI. Specchio, assolutamente. Poche rime, qualche assonanza,
molta nostalgia. Eccezionale il lavoro di Umberto come arrangiatore
e solista, che mescola con garbo il Po e la Senna.
5
– MAI PIU’ GIU’. Musica di Eric Clapton, un brano incalzante
che amo molto. Non avendo grande dimestichezza con l’inglese
cantato non avevo colto il significato del testo, salvo il titolo, e
così l’ho interpretato come l’acidognolo saluto di uno che non
ha preso molto bene l’addio di lei. In realtà Eric parlava dei
suoi tunnel e della volontà di uscirne. Pezzo compatto con belle
alternanze di assoli.
6
– LE COSE DI IERI. Un rilassato ringraziamento alle cose che ci
fanno star bene, all’ottimismo e alla comprensione di sé e degli
altri.
7
– L’OURS CHARMANT. Su una storia/poesia di Paoletta (amica di
una vita) ho appiccicato pochi accordi campagnoli. Poiché il testo
è in francese ho scelto di farlo respirare attraverso la voce
bretone di Soazig, che l’ha interpretato molto meglio di come
avrei fatto io. Anche Ivano Fossati scrive per altre cantanti, no?
8
– PRIMO PREMIO. Un rock pimpante e sbracato il giusto, una storia
in prima persona, lui si chiama anche Frank, ma è uno scherzo,
andiamo! Dentro c’è l’ironia di Robert Sheckley (grande autore
di FS), gli imbranati personaggi di Wodehouse, il gossip di Novella
2000 (però Woody Allen e Tolkien mi piacciono davvero!)
9
– CICATRICI DI MEMORIA. Il testo è stato definito “poesia” e
segnalato da una benevola giuria nel 2013. La musica è dell’amico
Roberto Manara. Le emozioni indelebili del primo viaggio a Venezia.
Specchio.
10
– LE BELLE SORPRESE. La crisi è finita? Oh, ah, già, certo, come
no? (si ride per non piangere).
11
– BIANCONIGLIO. Un’ipnotica musica di Stephen Stills. Il testo
più complesso e sofferto, un pezzo che ho voluto realizzare tutto
da solo. Chi è che vedo correre laggiù? Sono io? E’ qualcun
altro? Fugge o insegue? Specchi e maschere mischiati in modo quasi
doloroso.
12
– ROUTE 66 REVISITED. La Route 66 è un’istituzione del vecchio
West, strada polverosa che unisce Chicago a Los Angeles attraverso
otto stati degli USA. E’ già stata celebrata da altre canzoni ed
ecco il perché di quel “revisited” nel titolo. Musica
ondeggiante fra amori finiti e blues ripartiti.
13
– NORMA JEAN. Un commosso saluto a Marilyn Monroe, che sussurra in
sottofondo con la voce geniale di Laura.
14
– LADY DRAGON. Testo fantasy in inglese e musica ai limiti del
metal con uno strepitoso Rolex che si occupa di tutte le parti di
chitarra. Yeaaaah!
15
– LUCI. Uno strumentale che non riuscivo a completare. Ci hanno
pensato Lorenzo e Donata. Da brividi!
16
– ANCORA VIVO. L’album si chiude con un testo complesso,
ispirato dall’ultimo David Crosby. Inizialmente volevo farne una
rassegna di sconfitti, prelevandoli da tutte le saghe e gli scenari
classici, da Omero a Blade Runner, da Sandokan a Billy The Kid. Sono
passato attraverso mille prove, dice, ma nonostante tutto sono qua,
ancora vivo.
Come
spero voi alla fine del cd. Grazie.
31/12/2015
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