RIDATECI
GLI ASSASSINI DI AGATHA!
Sono
anni che lo ripeto e adesso ho deciso di formalizzare la mia
protesta: non ne posso più dei serial killer!!!
Sono
stufo marcio di pazzi, sadici, disturbati, alienati, dementi,
maniaci, mentecatti con la psiche a cavaturaccioli, più forata di
un groviera, andata a male, putrefatta e puzzolente, che
improvvisamente si mettono ad ammazzare a casaccio seguendo voci
interiori, spinte demoniache, intricati disegni, raptus
incontrollabili o gelide geometrie per vendicarsi fuori tempo
massimo di madri, nonne, zie, sorelle, vicine di casa, cani,
baristi, sergenti, assicuratori, vigili del fuoco sbuzzando,
affettando, bruciando, sventrando, forando, cucendo, cuocendo,
imbalsamando, mangiando donzelle, bambini, famiglie, studentesse,
fattorini, bibliotecari, bagnini, portieri lasciando inquietanti indizi,
trucide sfide, macabre tracce, orridi graffiti, oscuri messaggi,
aforismi, liste, insulti, indovinelli, citazioni e deliri!
Non
sopporto più Annibale il Cannibale, né quello dei sette peccati
capitali, quelli nati assassini e tutti i pazzoidi di Faletti. Mi
hanno tolto il gusto del "giallo". Che merito c'è a
sfidare il lettore o lo spettatore portando sulla scena un pazzo? E'
pazzo e ammazza chi gli pare, no? Come si fa a ricostruire il
movente, a smascherare l'alibi, a intuire il cui prodest, a
identificarlo nel gruppo dei sospettati? Per me l'unico poliziesco
serio e credibile è quello classico, di Agatha Christie, di Conan
Doyle, di Van Dine, di Rex Stout, di Earl Derr Biggers.
Poirot,
Miss Marple, Sherlock Holmes, Philo Vance, Nero Wolfe, Charlie Chan
avevano a che fare con casi normali, con moventi normali e assassini
onesti, persone come voi e come me, spinte da ragioni comprensibili
e condivisibili: ammazzare il marito per risposarsi con uno più
fresco e più bello, vendicarsi di un sanguinoso affronto, far
sparire un intero asse ereditario per rimanere l'unico erede,
eliminare una ricattatrice, un socio d'azienda, il seduttore della
figlia, un pericoloso testimone, un rivale in amore, un ostacolo per
la carriera. L'investigatore doveva ricostruire il quadro d'insieme,
discernere gli indizi lasciati a bella posta per confonderci da
quelli essenziali, svelare i trucchi e le messinscene, analizzare
movimenti e frasi e dichiarazioni e atteggiamenti; controllare
porte, serrature, impronte, orme, orari, ceneri, fondi di caffé,
lacci di scarpe, coincidenze, alibi. Il tutto lasciando sgocciolare
a noi lettori/spettatori qualche indizio per permetterci, se attenti
e ispirati, di emularlo e indovinare la soluzione dell'enigma prima
della scena madre, in cui tutti i sospettati venivano raccolti nella
stessa stanza e l'investigatore riassumeva autorevolmente il caso e
smascherava il colpevole.
La
fantasia e il genio dell'autore gli permettevano di alterare la
ricetta, introducendo di volta in volta quelle varianti, quelle
modifiche nelle circostanze, attori, tempi, modi, scenari, strutture
che rendevano sempre godibile la lettura. Certo, in Dieci Piccoli
Indiani il colpevole tanto sano di mente non è, ma c'è una ferrea
logica nel suo agire e non ammazza certo a casaccio. L'assassinio
della Canarina può svolgersi grazie al ricorso ad una tecnologia
che oggi ci fa sorridere, ma il movente è ignobilmente attuale. Nel
Patto dei Sei il presunto alibi è ottenuto in modo semplicissimo,
rudimentale ma ingegnoso, perchè il colpevole deve comunque
difendere la propria posizione sociale e il denaro ingiustamente
sottratto anni prima. Nella Crociera del Delitto l'indizio
risolutore è semplicissimo ed esibito con nonchalance nelle
prime pagine, ma l'assassino si tradirà solo quattrocento pagine
dopo e sta a noi accorgercene.
E
gli investigatori, spesso dilettanti, avevano una personalità
disegnata a tutto tondo, con caratteristiche, tic, manie che ci
facevano sorridere ma a cui ci si affezionava: la pignoleria di
Poirot e il suo amore per le simmetrie; la maniacale attenzione ai
dettagli di Holmes; lo snobismo di Philo Vance e il suo cercare nel
delitto la firma psicologica dell'autore; la misantropia di Wolfe e
le sue debolezze gastronomiche; la saggezza orientale e la tenacia
di Charlie Chan.
Basta
con i pazzoidi. Ridateci quel simpatico assassino del nostro vicino
di casa!
11/11/11
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