CIAO LILY
“E’ il valzer dell’organino
hey Lily,
hey Lily tesor…”
Lily cammina sulla sabbia con uno
zaino in spalla, un aquilone in mano a forma di pipistrello nero che le
ondeggia sul capo sbattuto dal vento e un grosso quaderno sotto l’altro
braccio, zeppo di disegni e silhouettes e la doppia scritta “Tatuaggi hennè
– Massaggi shiatzu”.
Lily è cinese di Pechino, ha 31 anni,
è in Italia da 7, un bimbo di 2, un marito “blutto” (dice lei, ma lui invece
ha un viso dolce e tranquillo) e un sorriso allegro e aperto.
Dopo averla osservata andare su e giù
per la spiaggia mi sono deciso e le ho chiesto un massaggio. E’ buffo
sdraiarsi sul telo da mare alla risicata ombra del nostro ombrellone
lillipuziano, osservato con curiosità indagatrice da qualche decina di
bagnanti vacanzieri che non hanno – per definizione – null’altro da fare e
affidarsi in pubblico alle sue mani esperte ed energiche. Coscienziosamente
mi versa sulla schiena qualche goccia di balsamo di tigre e un po’ di olio
Johnson per neonati. Perfetto. In effetti è ciò che voglio essere: tornare
bambino, scaricare memoria e responsabilità, respirare dal naso e dalla
pelle e abbandonarmi all’unica attività di esistere confondendomi con la
sabbia, il mare, il cielo, i pini.
"Lily, oh Lily, non mi sento al
sicuro
Sento che la vita mi ha scavato
dentro un grande buco nero"
E lei mi ha risposto:
"Piccola, devi proteggerti,
Tu puoi proteggerti,
T'insegnero' come fare, con il
fuoco"
Le dita, il palmo, affondano fra le
scapole a sciogliere muscoli e tensioni. Scostano l’elastico degli slip e
lavorano tsubo e chakra; insistono sui muscoli delle gambe, in particolare
sul polpaccio destro, vittima di un recente famelico crampo e che ne
denuncia ancora i segni. La caviglia viene alzata, il piede
coscienziosamente spolverato dalla sabbia e poi manipolato e martellato a
mani giunte con le dita che battono e rimbalzano. Finita la schiena vengo
invitato a “gilalmi”; Lily mi cerca il terzo occhio e comincia a spazzare
via le ragnatele dalla fronte, dagli occhi, dalle mascelle troppe volte
irrigidite. Prende un braccio e lo alza e lo gira e fa scrocchiare le dita.
Percorre ogni muscolo e ogni articolazione e li invita con determinazione a
fare ciascuno il proprio dovere e non preoccuparsi d’altro. Io tengo gli
occhi chiusi e alterno pensieri in libertà alla consapevolezza che il tempo
passa, il massaggio procede e presto uscirò da quell’invisibile utero per
essere restituito al mondo esterno.
Lily era qualcosa di speciale per
lui. Era un mondo che amava, ma che poteva solo ammirare da una finestra.
Lei lo viveva, invece. A lei era stato fatto quel gran dono: la voce, la
passione, il temperamento. A lui spettava solo di raccontarlo.
“Seduto!” Faticosamente mi alzo e mi
accovaccio voltandole la schiena. Sono gli ultimi tocchi, alla nuca, al
collo, alle spalle. Di fronte a me il trasparente mare di Sardegna nella
pacata luce di fine pomeriggio. “Finito!” Mi alzo piano, assaporando la
dolce spossatezza conseguente al massaggio. Anche Moja si affiderà alle
sapienti mani di Lily e ripeteremo l’esperienza ancora e ancora. Entrambi ci
faremo anche disegnare un tatuaggio di hennè, lei una aggressiva tigre con
le fauci aperte ed io un piccolo ma tostissimo drago sul polso destro, luogo
strategico poiché deputato a pennare le mie sei corde e quindi – secondo i
miei parametri – più in vista che sulla spalla. Grazie Lily. Ciao, Lily.
Vacanze sarde nel sole, fra buoni
cibi, merli indaffarati, cani giocherelloni, tonnellate di libri, grandi
amici e amici degli amici. Serate fredde di vento e calde di tisane e di
musica. Parentesi estiva, pausa rigenerante, premio per i bravi, regalo di
compleanno, sogno realizzato. Ma ora si torna a casa. All’anno prossimo,
Lily.
Quando le tarde nebbie svaniranno
io sarò di nuovo vicino al lampione
come una volta Lili Marleen.
15/07/2007
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