DE
ANDRE' CANTA DE ANDRE'
Castagnole delle Lanze - 21/08/2010
Dopo
10 anni dalla morte del padre, Cristiano De Andrè, si dichiara
pronto a confrontarsi con quelle canzoni, ormai patrimonio di noi
tutti, che lui stesso ha visto nascere, che già eseguiva con
Fabrizio in giro per l'Italia, presentandocele con affetto e
rispetto, ma vestite di colori sonori più vivi e elettrici, di echi
ed effetti e atmosfere grazie agli arrangiamenti dello storico
tastierista di Zucchero, Luciano Luisi, ispirantesi a un certo rock
inglese, quello di Peter Gabriel, U2, Coldplay. Che Cristiano sia un eccellente
polistrumentista lo si sapeva (si alterna con disinvoltura e perizia
alle chitarre, bouzouki, piano, violino). Quello che colpisce è la
sua voce, così simile a quella del padre nelle sfumature e nelle
espressioni, ma più nitida, pulita e forte, e soprattutto la sua
personalità. Ormai maturo come età (è nato nel 1962) e come
musicista, Cristiano, mentre ci racconta gli aneddoti e i risvolti
della sua vita con un padre geniale ma difficile ("Sono stufo
della sua santificazione... era un orso, un vero grizzly... creava
qualche difficoltà a noi che gli stavamo vicino...") lancia a
viso aperto il suo messaggio di nuovo anarchico "... che non
vuol dire disordine o violenza, vuol dire amare il nostro prossimo,
volersi bene, darsi una mano, non fregarsi sempre l'un l'altro...
perchè, come ha scritto lui, non ci sono poteri buoni".
Che
la serata sarà speciale lo capiamo sin da Ho
Visto Nina Volare, poiché la Nina del titolo, l'antica amica
astigiana di Faber è in platea e Cristiano le dedica il pezzo. La
scelta del repertorio è emozionante e attraversa le tematiche più
incisive di Fabrizio: dall'album Storia Di Un Impiegato ("anche
se voi vi credete assolti - siete per sempre coinvolti",
"ora sappiamo che è un delitto - il non rubare quando si ha
fame"), a Fiume Sand Creek ("contro tutti i
generali Custer, del passato e del presente!"), a Un Giudice
("giudice finalmente - arbitro in terra del bene e del
male"), Amico Fragile ("Come ti senti amico, amico
fragile - se vuoi potrò occuparmi un'ora al mese di te"), Don
Raffaè ("mi consiglio con don Raffaè
- mi spiega che penso e bevimm’ò cafè"), Se Ti
Tagliassero A Pezzetti ("E adesso aspetterò domani per
avere nostalgia - signora libertà, signorina anarchia") per
esplodere in un carosello di suoni e lampi in Creuza De Ma', Mègu
Megùn, Quello Che Non Ho.
Nella
pausa-sigaretta-birra Cristiano aggiunge aneddoti: le notti in cui
il padre scriveva canzoni e poi le faceva sentire alla moglie Puny,
mentre il piccolo Cristiano sbirciava da dietro la porta; i concerti
alla Bussola, tempio borghese in cui Fabrizio ad ogni interruzione e
contestazione dei giovani autonomi dell'epoca (siamo nei primi e
caotici anni '70) interrompeva di suonare, dava loro ragione e si
spiegava, giustificava, raccontava, polemizzava ("Una volta io,
ragazzino, ero vicino al mixer, eravamo dalle parti di Cantù,
e a un certo punto, così, per ridere, mi metto le dita in bocca e
pianto un fischio! Mio padre subito s'interruppe e rivolto verso la
sala disse: Hai ragione. Ma io ho scritto questa canzone perchè... insomma,
mi fece un pippone da 25 minuti e io non ebbi mai il coraggio di
dirgli che ero stato io a fischiare"); gli incontri unici ed
irripetibili ("Mio nonno mi portò, bambino, a conoscere
Charlie Chaplin, che mi prese in braccio e mi fece la scenetta delle
forchette infilate nelle patate che ballano come due piedi. In
braccio a un genio... figlio di un genio... belìn, che culo!")
Cristiano
si è guadagnato il diritto di portare il testimone di suo padre.
L'erede è lui e solo lui. De André è morto, viva De André.
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