BLUES FOR GARY
Concerto BlueStyle al Magazzino di Gilgamesh - Torino 13/04/11
Il
6 febbraio Gary Moore se n’è andato all’improvviso. Non aveva
ancora 60 anni. Quell’irlandese grintoso e timido, testardo e
semplice ci mancherà da matti. Come chitarrista l’ho sempre
considerato uno dei migliori; come suono, caldo, potente, lirico;
come fraseggio, come stile, come fantasia e capacità melodica. Ha
percorso tutto l’arco della musica rock, dagli esordi quasi
progressive con gli Skid Row, con i Colosseum II, con i Thin Lizzy
del grande amico Phil Lynott, con i G-Force. Ha coniugato un rock
duro e metallico con sonorità e matrici celtiche nell’album Wild
Frontiers; ha ritrovato il blues della gioventù con il suo
capolavoro Still Got The Blues e con After
Hours,
in cui duetta con mostri sacri come Albert Collins, Albert King,
B.B. King; dedica un intero album, Blues For Greeny, al suo mentore Peter Green (fondatore dei Fleetwood
Mac e ispiratore di Carlos Santana grazie al suono allungato che ha
inventato per lo strumentale Supernatural) suonando la vecchia Les
Paul che Green ha pressoché regalato a quel ragazzino irlandese
dotato e cocciuto. Si unisce a Jack Bruce e Ginger Baker, la sezione
ritmica dei Cream e tocca a lui sostituire nientemeno che Clapton in
questa riedizione del più famoso power trio del rock-blues.
Così,
quando ai BlueStyle, letteralmente trascinati da un tenace e
perfezionista Miki Bergantino, tocca tornare nel tempio torinese del
blues, il Magazzino di Gilgamesh, viene spontaneo e naturale
dedicare la serata e mettere in scaletta alcuni pezzi (You
Don’t Love Me, Thrill Is Gone, All Your Love, The Blues Is All
Right) appartenenti al repertorio del grande Gary.
Bella
serata, bel concerto, bel pubblico e bella formazione, quella
classica impreziosita da un nuovo amico, Alessandro Milone, ospite
in alcuni pezzi al sax tenore, oltre alle nostre inimitabili
largabandistiche coriste Donata Guerci e Marina Pretti per la jam
finale.
In
più, è presente un amico e collega di Dario (con cui si diletta a
lanciare nello spazio satelliti e astronauti), Daniele Marocco, che
si rivela anche un eccellente fotografo donandoci una manciata di
immagini di rara qualità di cui voglio farvi partecipi. Sono le
foto di questa pagina.
Il
mio debito verso Gary Moore sarà saldato solo quando potrò
proporre dal vivo un pezzo che amo molto, Over The Hills And Far
Away, che nell’originale sfodera tempestosi tamburi e
lancinanti cornamuse per raccontare la storia di un errore
giudiziario di altri tempi, di un amore proibito che potrà
realizzarsi solo dopo aver pagato un greve prezzo per andare a
vivere oltre le colline, molto lontano.
Arrivederci
Gary: tieni sempre la tua Les Paul bene accordata.
Home: www.bluestyle.org