LORD
TH. & LADY 88
Sfida
“La Pecora Vera”: Lord Theremin (Lorenzo Giorda) vs. Silvia
Pianista Crovesio
Music
cafè Juda Fire – Torino, 17/01/2013
“Il theremin è il
più antico strumento musicale elettronico conosciuto,
inventato nel 1919 dal fisico sovietico
Lev (Leon) Theremin. Questo strumento è composto fondamentalmente
da due antenne
poste sopra e a lato di un contenitore nel quale è alloggiata tutta
l'elettronica.
Il controllo avviene allontanando e avvicinando le mani alle
antenne: mediante quella superiore (posizionata verticalmente) si
controlla l'altezza
del suono, quella laterale (posta orizzontalmente) permette di
regolarne l'intensità. Il suono può variare tra quello di
un violino
e quello vocale.
Lo strumento è considerato molto difficile da suonare proprio perché
lo si suona senza toccarlo… Alcuni celebri thereministi: …
Lorenzo Giorda as Lord Theremin” (Ah, Wikipedia!)
Sono
ormai quasi dieci anni che Lorenzo si è dato a questo incredibile
strumento fino a divenirne un virtuoso. Questa sera la proposta è
ghiotta, stimolante e intelligente (come tutte le cose che gli ho
visto fare da, ehmmm… bè, parecchi anni, visto che ci conosciamo
da quando lui non aveva ancora la patente di guida ed io avevo una
formidabile chioma ricciuta). Lorenzo, da bravo Scorpione
controcorrente, detesta i luoghi comuni. “Basta con la ‘pecora
nera’! Che ce ne facciamo di una pecora nera? A noi serve una
pecora vera!” e così questo divenne lo spiazzante e
nonsensico logo/marchio/titolo delle sue recenti avventure. Per sua
stessa ammissione il nostro eroe dà il meglio di sé nelle
esibizioni live, spalmandosi o alternandosi o scontrandosi con altri
musicisti/dj/musiche/generi/suoni/rumori. Qui, al Juda Fire (nome
che suggerisce eufemisticamente pesanti imprecazioni piemontesi)
accogliente music cafè nello scapigliato ed artistico Quadrilatero
torinese, l’avversario del Lord è di tutto rispetto trattandosi
di Silvia Crovesio, pianista figlia e nipote d’arte, squisita
compositrice e concertista e infaticabile navigatrice di
quell’autostrada a ottantotto tasti che è il nero e
insostituibile strumento di Chopin, Rubinstein, Art Tatum e Pippo
Baudo.
Coppia
più diversa, eppure complementare, non si può davvero immaginare.
Lei, sorriso aperto e un po’ beffardo, sfida il partner/avversario
a seguirla nelle sue cavalcate sulle implacabili leve bianche e nere
in sentieri cinematografici, colonne sonore, improvvisazioni o, per
il piacere e la curiosità dei presenti, brani di sua composizione.
Lui, in piedi, un po’ curvo sul suo vibrante parallelepipedo, i
pugni ora minacciosamente chiusi, ora ipnoticamente ondeggianti
arpeggia l’aria e ne trae sospiri di fantasmi e cinguettii di
allodole, tossi beffarde o sconvolgenti balbettii. Sembra
l’incarnazione di Yen Sid, lo stregone di cui Topolino era
maldestro e spericolato apprendista, mentre effettua i suoi
incantesimi. La sua esibizione, i suoi gesti, il suo approccio con
la nera sibilante scatola e le sue metalliche appendici che
blandisce, corteggia, abbraccia, minaccia, diventano coreografia,
ammiccano alla danza. Così si avvicendano i noti temi della
Stangata (The Entertainer di Scott Joplin), Romeo e Giulietta (Ai
Giochi Addio, di Nino Rota), Il Mago di Oz (Over The Rainbow di
Harold Arlen), Struggle For Pleasure di Wim Mertens e tanti altri.
Fra le composizioni di Silvia mi colpisce il brano Sensazioni; dopo
le prime note capisco che non uscirò dal Juda Fire senza il suo cd
preziosamente dedicato.
La
serata si snoda di fronte al pubblico interno ed esterno (la sala è
piena e alle vetrine che danno sulla strada si affollano volti
stupefatti e increduli) fra le battute di Lorenzo e i sorrisi di
Silvia che sottolineano sportivamente che qualche intoppo in una
diretta è d’obbligo: il piano non perfettamente accordato sui
rigorosi 440 hertz del sovietico antagonista, il
passaggio di una ardita fotografa troppo vicina al theremin
interferendo così con le note volute dal Lord. Lorenzo ci tiene
generosamente a sottolineare ed informare i presenti che fu il
sottoscritto (presente in prima fila) a battezzarlo e investirlo del
suo altisonante e meritatissimo titolo dopo aver assistito al suo
primo vero concerto da thereminista. Alla fine, in zona Cesarini,
con i gestori con il dito già appoggiato sul tasto play dell’hi fi, il
colpo di scena: il Lord e la Lady si fanno bendare ed eseguono così,
alla cieca (e splendidamente) l’ultimo pezzo in programma. A un
certo livello di coinvolgimento (e di bravura), sembrano dire, non
servono gli occhi, ma solo le dita e l’istinto. Negli ultimi
saluti di Lorenzo percepisco l’adrenalina (e la grappa) di una
serata ben riuscita, ma anche una traccia di commozione: “La
musica non esce mai uguale, spartito o meno. Dipende da chi c’è,
dove sei, a che ora, dallo scambio di vibrazioni fra chi suona e chi
reagisce davanti a lui.”
La
sfida fra Lord Theremin e Lady Ottantotto Tasti è il primo concerto
live del mio 2013. L’anno non poteva cominciare meglio.
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