EMOZIONI
FUORI CAMPO
Concerto
Out Of Range - Società Operaia di Ciriè, 24/11/12
Sera.
Silenzio. Strade vuote. Testa vuota. Pancia vuota. Sangue pigro.
Apnea. Stasi. I marciapiedi di Ciriè echeggiano distratti il ritmo
cadenzato dei miei passi senza accorgersi che io sono tutt’uno –
da sempre - con silenziose suole di gomma. Prima che se ne rendano
conto
io sono già oltre. Robbie Robertson: “Il
lontano neon rosso lampeggia nel buio – mi sento uno straniero in
terra straniera – io so dove la gente gioca con la notte – seguo
il suono di un juke-box che scivola nella strada.” Ma non è
un juke-box, è il brontolare del basso di Umberto e il fruscio
della batteria di Salvo. Un attimo dopo si alza una voce che conosco
bene, la voce inconfondibile di Donata. Sono sulla strada giusta.
Pippo
se ne è andato sette anni fa e da allora ogni anno i suoi compagni
lo ricordano con un concerto, affidano alla musica – che sanno
capace di alzarsi e viaggiare e volare e penetrare ogni dimensione
– il loro saluto e il loro ricordo. Non siamo in un pub o ad una
festa, una celebrazione, una kermesse, un festival, un evento: siamo
in una comunità che si ritrova per far sopravvivere un nome, un
cuore e un’idea.
“Donata ci propone il suo secondo gruppo, gli Out
Of Range,
con Umberto Cariota al basso e voce, e una giovanissima, sorprendente, duttile e swingante Elisa Bertero
alla chitarra in un repertorio cantautorale stelle-e-strisce con
venature blues, messo in risalto dagli arrangiamenti a tre voci.”
Scrivevo così quasi cinque anni fa ed evidentemente c’ero cascato
anch’io, ma Donata stasera puntualizza ridendo: “Io e Elisa
abbiamo la stessa età, anche se lei dimostra quindici anni di
meno!”
TRE
X QUATTRO
La voce di Donata è Aria. E’ il cielo
azzurro, il vento fra i salici; si respira, si spande e penetra
ovunque. Ci porta in alto, verso il sole.
La voce di Umberto è Acqua. E’ serena e
pulita, è il lago di montagna, il ruscello fra i campi, la lenta
marea. Ci culla e ci sostiene.
La voce di Elisa è Terra. E’ scura e
calda, è il campo appena arato, la lava del vulcano, la roccia
millenaria. Ci nutre e ci dà forza.
Donata percuote le conga, tintinna i
sonagli, scuote sabbia e conchiglie. E’ la pulsazione del cuore,
il sangue che scorre, il ritmo della vita.
Umberto ricama i cupi merletti del suo
basso. E’ il ponte sul fossato, le mura del castello, il bordo del
camino. Ci dà misura, sostegno e sicurezza.
Elisa corre sulla tastiera della chitarra,
sistema le note, le spinge e le trattiene, le piega e fa gridare.
E’ colore e disegno e acrobazia. Ci emoziona e ci esalta, ci perde
nel labirinto e poi ci salva.
Tre voci, tre strumenti, tre artisti, tre
elementi. I tre Out Of Range che insieme creano il Quarto elemento:
il Fuoco della Musica e della passione.
Stasera però la mia descrizione suona incompleta. Al trio si è
aggiunta la batteria di Salvo. Un drumming perfetto e intelligente,
discreto ma presente, una quadriglia di cavalli focosi tenuti a bada
dall’auriga che sa guidarli e spingerli e trattenerli, colori che
arricchiscono il quadro sonoro senza snaturarlo.
Donata
canta e suona e sorride, il suo sorriso e la sua gioia luminosa sono
parte integrante del suo essere, la musica come energia vitale, la
gratitudine per averla avuta in dono, ma senza mai metterla in
cassaforte, subito rilanciata a mano aperta a tutti noi, che la
beviamo e dissetiamo così la nostra timida ansia di serenità e cerchiamo
di comprare con quelle note dorate i nostri sogni.
Ad Elisa scrivo: “… la tua
capacità di emozionare e emozionarci, noi piccoli emozionabili. Ci
sono certe raschianti asciutte verità che tu ci getti addosso in
certe tue canzoni, certe potenti malinconie, certi testardi pattern
che incidi ogni volta col coltello sul legno della tua Gibson e sul
tessuto dei nostri cuori che ci fanno (mi fanno) restare prima in
apnea e poi respirare affannosamente ma in modo liberatorio che non
saprò e potrò mai spiegarti e ringraziarti e contraccambiare.”
Notte. Silenzio. Strade vuote. Testa piena di colori. Sangue che
ronfa e fa le fusa. Robbie Robertson: “Afferra
il treno della melanconia – per posti mai visti prima – cercami
da qualche parte, laggiù al Fiume Pazzo” . Fuori Campo.
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