CINQUANTENNI
INOSSIDABILI - 3
ovvero
IL TRIONFO DI PRETTI WOMAN
ovvero
“RESTERETE SODDISFATTI VOSTRA PARTECIPAZIONE”
Solo
i più assidui e antichi fans del sottoscritto possono cogliere al
volo il riferimento ai precedenti cinquantennali sottintesi nel
titolo e ciò per il gran lasso di tempo trascorso dai suddetti. Era
l’alba del nuovo millennio (sempre che siate di quelli che lo
fanno partire dal 1/1/2000 e non dal 1/1/2001, ma glissiamo su tale
querelle filosofico-logico-matematica) e si parlava rispettivamente
del roccioso Toni e del melodico Marcello i quali festeggiarono tale
importante giramento di boa in chiave musicale meritandosi così due
cospicui e partecipati Novantesimi Minuti poi pubblicati sul mio
autorevole successo editoriale “Il
Blues e il Graal”. Lo so che con le signore pare brutto
riportare pedantemente l’età, ma poiché anche Marina Pretti ha
dato tale taglio al suo importante genetliaco, mi sembra
affettuosamente corretto farla rientrare nell’augusto trittico.
La
Pretti (come viene rispettosamente chiamata da tutti coloro che
hanno a che fare musicalmente con lei) di professione fa la prima
della classe. Dopo un solo anno nel Coro
Largabanda è stata promossa capo e guida del Gruppo B
(contralti). Di lì a poco, forse già in odore di spending review,
si valutò che era inutile e costoso tenere tre capi gruppo quando
bastava la Pretti da sola: ella infatti non solo impara in un lampo
anche il più astruso e contorto gorgheggio e la più improbabile
armonizzazione (che, come sanno amici e nemici, per me sono nero di
pece) del suo gruppo, ma sa a menadito anche le parti dei soprani e
dei bassi ed è sempre pronta (quando richiesta) a suggerire,
rammentare, correggere senza timore di smentita. Dalla
frequentazione con il coro nacquero altre collaborazioni: con Fulvio
è co-titolare della Bottega
Faber, intenso repertorio sardo-genovese del nostro più grande
cantautore. Beppe e Roberto sono invece i soci di maggioranza
chitarristica degli Over The Strings a cui Marina si è unita portando in dote la sua
voce vellutata e le sue composizioni. Sì, perché, dopo aver
frequentato il laboratorio di scrittura testi per canzoni tenuto dal
nostro Massimo Lajolo, si è scoperta una sorprendente vena di
autrice intelligente e raffinata, producendo alcuni pezzi deliziosi
sia come testo che come musica (sempre sua). Analogo percorso con il
cantautore Federico Sirianni e anche lì un significativo contributo
al risultato del corso. Reduce da un serissimo coro gospel, è stata
altresì cooptata come vocalist nel progetto Gordon Band, di cui potete leggere qui.
In un’altra memorabile occasione (questa)
ha anche dato una mano, cioè una voce, ai nobili BlueStyle
temporaneamente orfani del tarantino. Non si contano i chitarristi
con cui ha fatto lega negli anni con ogni possibile repertorio (suo
motto: “Le - so - tutte!”) spesso imparato ed eseguito sul
momento, grazie anche alla sua peculiarità genetica di saper
leggere al volo all’incontrario i testi dello spartito del
musicista accompagnatore. Quando il partner se ne accorge e
cavallerescamente glielo gira, esita e tentenna poiché la lunga
abitudine di buttarsi a coriferare sbirciando testi altrui ne ha
ormai compromesso la capacità di leggere un alfabeto diritto. Pare
infine che ultimamente sia stata vista in compagnia di lunghi e
irsuti mandolinisti bluegrass. La Pretti è così richiesta poiché
in tutto ciò che fa mette intelligenza, impegno, attenzione e
precisione svizzera, forse giustificata dal fatto di essere nata più
a nord di chiunque di noi, vale a dire a Biella, vantando e
sfruttando così la sua elveticità su noialtri terroni, come
sospira il cuneese Fulvio.
Bene,
per festeggiare questa cifra tonda, questo appuntamento con la (sua)
storia, questo sospiro di pausa in un lungo e emozionante cammino,
la Pretti ci ha invitati in un pittoresco locale di Torino centrale,
Casa Slurp, infrattandoci nella cantina di mattoni rossi con cibo e
bevande e soprattutto pretendendo la presenza di quanti più
musicisti (soprattutto chitarristi, il suo debole, ma anche bassisti
di entrambi i sessi e cantanti assortite) con relativi strumenti e
adeguata amplificazione. Devo dire che il sottoscritto, pur in
compagnia di siffatti eccellenti strumentisti (Daniele e Elisa e
Marco e Alessandro e Bruno e Beppe e Roberto e Umberto, citati a
memoria in ordine di apparizione), si è fatto notare da tutti. Sì,
perché ero l’unico che beveva solo birra di cui periodicamente
venivo personalmente rifornito dalle svelte e graziose ragazze del
locale. Toccò a me aprire le danze e lo feci omaggiando la padrona
di casa con un blues in La minore, Oh Pretty Woman (da non
confondere con il quasi omonimo pezzo di Roy Orbison), dove la
ipsilon finale del titolo veniva ovviamente sostituita da una
perentoria e devota “i”. Dopodiché la serata si srotolò
secondo i desiderata della festeggiata, fra De Andrè e Fab Four
(per i cori citofonare “Annalisa”) e vari cantautori
anglosassoni su cui la mia ruvida cultura folk-blues (c’è chi
dice pure “metal” e non a torto) latita e nicchia. A un certo
punto Beppe accese la miccia... cioè introdusse il dono principale
della serata, una sonora chitarra su cui Marina ha promesso di
comporre le sue prossime canzoni per la nostra gioia e rapita
ammirazione. Buon Compleanno Pretti!
13/3/2014
Home: www.bluestyle.org