Sardinia & Music

 

1) "Il Cammino di Santiago"

 

2) "Io se fossi G"

 

3) "Quelle che sappiamo tutti"

 

4) "Le Vecchie Canzoni del Nuovo Mondo"

 

5) "Bottega Faber"

6) "To Be or not to Beatles"

 

 

SARDINIA MUSIC

Camping Sa Prama (Orosei) – Luglio 2013

 

La tortora (l'ho battezzata Dora) è arrovellata e melodrammatica e nella soffice luce del primo mattino continua a condividere con noi i suoi ansiosi commenti: "Ra-gaazzi! Ra-gaazzi! Ea-deesso? Ea-deesso?". Il primo impulso è di tirarle una ciabatta da mare per poi poterci riassopire in un dovuto rispetto degli orari di silenzio del camping; poi, più benevolmente, ci viene da offrirle qualche meditato consiglio: eddài, non essere così pessimista! Non sarà la fine del mondo, no? prendi le cose come vengono, fattene una ragione, perbacco!

 

Il mare è una piscina di cristallo, la spiaggia un morbido tappeto di sabbia, il cielo è sicuramente la porta del paradiso, l'aria è tersa, il vento dolce e carezzevole. "Da questa nuvola - si vedono volare gli elicotteri - che stan giocando a far la guerra - in mezzo ai fenicotteri... - Ma per fortuna anche stanotte - la notte passerà - e finché il mare non ci inghiotte - noi resteremo qua - si Deus cheret - e sos carabineris lu pirmittini - si cheret Deus - e sos carabineris lu pirmittini." (Piero Marras)

 

La Papa-mobile sobbalza frusciando silenziosa ed ecologica trasportando materiali e manutenzioni varie. Alla guida è in genere il sorridente Toni, oppure il pungente Paolo. Massimo sovrintende autorevolmente in direzione, Franco cura il bar (e distilla il filu 'e ferru), Bastiano cura ristorante e market. E' con loro due che Fulvio, io e Paul concordiamo una serie di serate musicali per attirare avventori nel piccolo recinto erboso del bar in cambio (per noi menestrelli) non di vil moneta, ma di pane, pesce e companatico.

 

Il primo appuntamento mi coglie di sorpresa. Paul l'anno scorso è rimasto colpito dal resoconto che Fulvio ha stilato e pubblicato sul suo Cammino per Santiago di Compostela e così ispirato ha creato e assemblato un recital che alterna testi e meditazioni sue a paragrafi di Fulvio, declamato a tre voci e sorretto da un accompagnamento musicale che sono chiamato a ideare ed eseguire. In due giorni imbastiamo il tutto, lo integriamo con qualche musica e canzone adatta all'evento e lo proponiamo in una coreografia suggestiva e fantasiosa (lumini accesi a segnare metaforicamente il cammino; piccoli e significativi doni ai presenti; candidi teli a delimitare e raccogliere il palcoscenico ricavato fra pini e terrazze). Il pubblico è scelto, coinvolto e partecipe, contando fra l'altro sulla gloriosa e commossa presenza di altri Caminatores.

"Con amore profondo le ombre della foresta tingono i capelli delle ninfe della notte: il pellegrino impassibile pensa!" "Per prima cosa si deve chiarire che di pericoli lungo il Cammino non ce ne sono… Si tenga conto che, come dice una canzone di Jovanotti, 'Io lo so che non sono solo anche quando sono solo'." "All'inizio del tempo conchiglie e chitarre non si conoscevano. Le conchiglie avevano dentro il cuore il suono del mare; le chitarre, invece, il suono delle parole mai dette." "La conchiglia è il simbolo del Cammino, chi parte per questo pellegrinaggio ne lega una allo zaino e sarà, per tutti i chilometri percorsi, ciò che lo identificherà agli occhi degli altri come un pellegrino." "Sento l'invisibilità del mare – come un anello intorno alla mia vita - fatta di pane, di terra, di pietre - di pezzi di anime lasciati in giro a raccontare." "Quando si finisce il cammino si ha una sola certezza: che bisognava farlo."

 

Nella seconda serata Fulvio vuole presentare in anteprima un suo lavoro su Giorgio Gaber: "Io se fossi G", titolo che è polisemia e parafrasi di "Io se fossi Dio" (drammatica invettiva socio-politica di Gaber del 1980) e "Il signor G" primo album-spettacolo del 1970 con cui GG creò il cosiddetto teatro-canzone. Fulvio si alterna fra due postazioni dove recita brani di Gaber e propri, ovvero canta una selezione di canzoni, legandole fra loro con opportuni richiami e allusioni. Il sottoscritto svolse coscienziosamente le funzioni di mixerista e tecnico del suono, dimenticandosi solo tre volte di fargli partire le basi. Successo di critica e di pubblico.

 

Il terzo appuntamento fu costruito intorno all'inesauribile e debordante Paul e alla sua tastiera proponendo una mastodontica selezione di "quelle che sappiamo tutti" (C'era una gatta e Sapore di sale, A whiter shade of pale e I watussi, Stand by me e Io vagabondo, Speedy Gonzales e La notte e così via per due ore di cori scoppiettanti e accompagnamenti traballanti), comprensiva di un medley di 45 minuti superabile solo da maratoneti allenati e musicisti da balera (e/o da galera) e che mi lasciò senza fiato e malfermo sulle gambe. Pubblico partecipe e corifero.

 

Nella quarta serata, io e Fulvio ci cimentammo nelle Vecchie Canzoni del Nuovo Mondo, mio amato repertorio western, country, folk, gospel, blues, già proposto con successo il 21 giugno - solstizio d'estate - alla Festa della Musica di Torino. Per l'occasione sfoggiai il mio storico cappello da cow boy di cuoio masticato e sudato. Paul contribuì leggendo spezzoni da un suo lavoro ispirato allo spirito del blues. Pubblico attento e caloroso.

 

Partito Paul per i suoi monti trentini, Fulvio si decise, con le sue basi e la mia collaborazione, per il repertorio deandreiano che abitualmente propone insieme all'armonizzatrice senior Marina sotto l'etichetta Bottega Faber. Concerto sciolto e rilassato, almeno per me che non ero titolare e responsabile del progetto. Fulvio ancora una volta dimostrò di saper centrare i gusti di un pubblico eterogeneo, vacanziero e famigliare, mobilitando folle plaudenti e rallegrando indaffarati baristi.

 

Partito anche Fulvio, sollecitato dallo staff, dovetti affrontare una scelta difficile: riproporre il mio collaudato repertorio a stelle e strisce, o fare uno sforzo diretto a coinvolgere più ascoltatori con proposte nazional-popolari? Optai per la seconda, utilizzando la raccolta di canzoni dei Fab Four che mi ero portato in vacanza e assemblandole in una pignola carrellata cronologica dal titolo To Be or not to Beatles, dal primo hit Please Please Me all'ultimo Get Back, infarcendo il tutto con aneddoti, dettagli, citazioni, mirabilia, commenti, indiscrezioni, bisbigli e segreti sulla loro musica, carriera, vita, amori, caratteri, scelte e problemi. Chiunque può osservare che i Beatles superarono ogni record grazie alle loro attente e complesse armonizzazioni a tre voci e ai loro sofisticati arrangiamenti tecnologicamente all'avanguardia, mentre io avevo a disposizione solo una voce (baritonale) e una chitarra (un dobro sonoro e sferragliante, ma poco duttile). Comunque gli applausi (forse solo per l'impegno o per lo stupore di fronte al mio inarrivabile bagaglio di spetegulèss) arrivarono lo stesso e così si concluse la mia musical-trasferta nella nuragica isola. Che turnè ra-gaazzi!

 

* * * * *

 Home:  www.bluestyle.org