Alessandro

 

 

Andrea e la nuova Ibanez

 

 

Miki

 

FINO ALL'ULTIMO RESPIRO

 

Concerto BlueStyle a Druento - 14/06/08

 

La storia è risaputa e non meriterebbe tante ripetizioni; si potrebbe riassumere in un solo motto: “La Musica sempre e comunque”. Se dedico qualche riga a questo ennesimo episodio è per ammirazione e riconoscenza verso un nuovo amico, per dare visibilità all’ultima chitarra di Rolex e, confessiamolo, perché mi piace da matti interpretare il ruolo dell’eroico sofferente ma tenace.

La primavera 2008 è proprio una brutta bestia: dopo qualche iniziale sprazzo di sole, si trincera musona dietro pioggia, freddo, temporali e alluvioni. Così, fra uno sbalzo termico e l’altro, capita che la mia pur resistente fibra venga attaccata e temporaneamente espugnata da qualche acciacco articolare e da un solido virus influenzale. Poco male: il dovuto riposo e le giuste cure mi rimetteranno in piedi. E tuttavia pare che non ci sia tempo: con 48 ore di preavviso (come nel noto film demenzial-poliziesco) i BlueStyle vengono evocati per riempire del loro blues la festa druentina, evento che già ci vide vittoriosi l’anno prima ma che questa volta ci interpella ex-abrupto (come direbbero vecchi e colti amici) e va da sé che il 20% di noi quella sera è impegnato in una cerimonia familiare. L’assente è Dario, il nostro drummer e urge trovare un sostituto. Ci penserà sempre Rolex, deus ex-machina della serata, pescando fra le sue conoscenze e frequentazioni tal Alessandro, di segno brillante Scorpione e abile studioso dello strumento.

Voi obietterete che in quattro e quarantotto e senza una vera prova non è possibile imparare adeguatamente lo sterminato repertorio dei BlueStyle. Eppure, così come Wodehouse citava in un suo esilarante libro la storia di quel tale che, non sapendo nuotare, si lesse un manuale sull’argomento mentre si recava all’impianto natatorio, si buttò in piscina e vinse la gara, così fece il nostro Alex, ascoltandosi un par di volte una ventina di canzoni, memorizzandole nel suo formidabile cervello e soprattutto riuscendo a riprodurle con una encomiabile somiglianza all’originale.

Il sottoscritto, come ho detto, è convalescente e non nel pieno delle sue forze. Anzi, pur non volendo mancare all’appuntamento (d’altronde mai capitò che i BlueStyle si esibissero senza il baffuto e nevrastenico leader) chiese ed ottenne dai suoi bravi compagni, Marcello in primis, di essere considerato quasi “ospite d’onore”, cioè di essere esentato dalle faticose incombenze organizzatrici e poter arrivare all’evento in spartana semplicità, come il grande (e taccagno) Chuck Berry, infilare il jack nell’ampli e via.

Andrea, come ho accennato, si esibisce con un nuovo “legno” al collo, una chitarra Ibanez dai sapori di jazz, forse un po’ troppo bene educata per reggere i grintosi assoli del nostro funambolico solista, ma deliziosa al suono e all’aspetto. Miki fa gorgogliare da par suo le sue rotonde tastiere, Marcello riempie a gola spiegata i miei tossicchianti e afoni silenzi e, ciliegina sulla torta, ecco il vero ospite d’onore, l’ottimo ex-bluestyler Marco Zisa che, venuto in pellegrinaggio ad ascoltarci, non può che raggiungerci sul palco (… ehm… in realtà una porzione di marciapiede antistante un istituto di credito) e jammare con noi, alternandosi in riff e licks e bendings con Rolex per la golosa soddisfazione e l’entusiasmo del folto pubblico. Gli dovetti prestare la mia Blue-Tele e devo dire che non mi ero mai reso conto di quale ottima chitarra avessi e di come sapesse suonare bene…

Il saluto finale al pubblico di questa fortunata e asciutta notte è lo stesso che vi lancio da queste pagine: per sentirci suonare non c’è bisogno che stiamo bene. Ci basta essere vivi!

 

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