HAGSTROM III (1968)
Fu un compagno del Politecnico a suggerirmi questa chitarra, magnificandomene il manico "sottile sottile". In effetti era una chitarra leggera, snella, elegante. Curiosa l'estetica che si rifaceva spudoratamente alla Fender Stratocaster nella paletta e alla Gibson SG ("diavoletto") nel corpo. La leva del vibrato era infame: permetteva solo di calare di tono e di poco. Anche la parte elettrica non era granché; inizialmente comprendeva tre pick-up a bobina singola con interruttori vari per combinarli o presettare il tono.
Insoddisfatto, la feci modificare più volte, montando e smontando due pick-up Di Marzio, un humbucking e un single-coil, posti di volta in volta al ponte o al manico come si può evincere dalle foto.
Ci spesi troppi soldi! Ma era la mia prima vera chitarra elettrica e c'ero affezionato. Dopo ben 24 anni la cedetti al figlio di una collega. Buona fortuna Rossella!
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