HAGSTROM HL550 (2007-2018)
Passa mezzo secolo fra l'acquisto della mia prima chitarra Hagstrom e della seconda. Sono alla ricerca di una chitarra dal sapore jazz, come estetica, suono ed utilizzo, ma a costi contenuti. La trovo in vendita su Internet ad un buon prezzo; la confronto con altre marche e modelli (Gretsch, Guild, Hofner, Ibanez); grazie ai video su You Tube posso farmi un'idea della sua sonorità. Contratto con il giovane e simpatico venditore e ci accordiamo. Lo strumento attraverserà tutta la penisola e si trasferirà sotto la Mole. La chitarra è come nuova, usata pochissimo, con pellicole adesive e tagliandi ancora da rimuovere. Esteticamente è un bel vedere, col suo colore amaranto, la paletta ampia e asimmetrica, l'attaccacorde dorato e personalizzato dallo stemma di casa. Caratteristica delle Hagstrom è il manico sottile e veloce e questo modello non fa eccezione, aiutato dalla scala corta pari a 24,75". Tastiera in resina. Altro dettaglio di pregio è il pick up avvitato al manico e i comandi di tono e volume sistemati sul battipenna, ovvero si è voluto non forare la tavola per non comprometterne il suono. La sua voce da spenta è oggettivamente freddina, nonostante la cassa generosa in mogano; ma appena la si collega all'amplificatore, caricandola di un generoso riverbero, il suono diventa nitido e penetrante, sia sul canale pulito che con un pizzico di crunch. Una buona chitarra in grado di macinare ancora qualche migliaio di accordi e assoli. |
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