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WASHBURN Andrea Braido

(1998)

 

Ricapitoliamo: dopo le prime Eko, la Yamaha, l'Ovation, la Takamine, la Epiphone, il secolo stava per finire ed io ero ancora alla ricerca di una chitarra acustica (elettrificata) che mi facesse sentire a mio agio.

Eccola. Il marchio Washburn è di tutto rispetto (la gloriosa Monterey la usa anche Bob Dylan in concerto) e questa ne è una versione lusso, firmata da un virtuoso a 360° come Andrea Braido.

Bel suono e bel manico/tastiera, che - ormai l'avrete capito - rappresenta la criticità per le mie manine. La buca è sostituita da una griglia che evita il feedback ad alti volumi. Certo, con corde spesse la sua sonorità è notevole e se usi l'accorgimento di tenerla accordata un tono sotto, le corde diventano più morbide da premere, il suono acquista una vibrazione più profonda e se devi suonare insieme ad altri strumenti accordati in modo standard basta usare un capotasto in 2a posizione... ma non è il massimo della comodità e dell'elasticità d'uso

Oggi però ho trovato le corde che mi soddisfano: le Argentine della Savarez, modello per chitarra jazz manuche, scalatura 10-45, suono frizzante e sonoro, con un'action più che decente. Insomma, con la Rossa il viaggio non è ancora finito.