UN
NUOVO DRAGO
“…
mentre Savino cambia strumento e l’accorda, Franco può dire
qualcosa, illustrare i pezzi…”
“…
e su Hall Balls presenta il gruppo.”
“Chi?
Iooo?”
Sono
scioccato. Che le Donnole Senior deleghino all’ultimo
imbranatissimo arrivato le pubbliche relazioni del gruppo, che
comportano fra l’altro anche la complessa decifrazione dei titoli
di questi pezzi double-face, che iniziano con un’aria lenta per
poi evolversi in una giga e improvvisamente trasformarsi in un
geometrico reel, naturalmente ognuno col suo titolo e attributo e
soprannome la cui grafia non è mai certa e univoca, mi fa
impressione. Mi sembra quasi di notare in Renato (unico superstite
dei fondatori del ventennale e nobile gruppo folk di area celtica
Catweasle, le Donnole, appunto) qualche rassomiglianza con il
biblico Esaù, noto per aver ceduto i suoi diritti di nascita per un
piatto di lenticchie.
Comunque,
democraticamente ligio alla maggioranza, cerco di aggiornarmi e
mettermi in grado di svolgere decentemente l’impegnativo compito.
“Banish
Misfortune che cos’è?”
“E’
una giga. - spiega paziente il professor Colucci. – E'
semplicissimo: le gighe sono
in 6/8, le slip jigs in 9/8, le slides in 12/8, i reels in 4/4 come
le hornpipes, le polke in 2/4, mentre mazurke e valzer sono in 3/4.”
“E
Reel Kabuki Mike?”
Francesco
sogghigna:
“Come
dice il titolo stesso, è un reel.”
“Ah,
già! E St. Patrick An Dro?”
“E’
un "an dro", un pezzo bretone, che inizia giga e evolve in un reel” spiega
Renato.
Sarà
semplice per loro, che masticano questa musica da tutta una vita, ma
per me sul palco è un’altra cosa. Sì, ho capito: obietterete che
con i BlueStyle l’altoparlante, il semaforo, il chiosatore, il
maestro di cerimonie sono io, ma in quel contesto almeno so di cosa
parlo! Siamo alle Ginestre, storico jazz club torinese che ha deciso
di aprirsi eccezionalmente a nuovi sapori e armonie. Praticamente è
l’esordio di questa formazione, che vede l’esperto Renato a
metallici flauti e tonante bodhràn, l’ottimo Francesco a un
vibrante violino e voce, l’eclettico Savino che si alterna a
sonori bouzouki, chitarra e basso, e il preoccupato sottoscritto
(che faticosamente cerca di assimilare gli ispidi ritmi irlandesi,
così diversi dal languido e dondolante swing del blues) a chitarra,
voce e un paio di stupiti interventi al basso.
Fortunatamente
il pubblico è indiscutibilmente ben disposto e caloroso e comprende
diversi amici musicisti. Anzi, questa sera alle Ginestre si
incontrano e intrecciano le strade di vari gruppi: Renato, come già
detto, è fondatore dei Catweasle, ma è
anche membro dei Malartàn (vedasi
il 90° minuto di recente produzione) che affida voce e presenza
scenica a Donata, la quale mi onora di essere la volpe capobranco
nei nostri Red Fox (ri-vedasi).
Aggiungiamo che nei primi Catweasle, quelli del cd omonimo, militava
Umberto che stasera crea e regola e garantisce e sostiene il nostro
suono al mixer. Taccio sugli altri amici e amiche presenti, non
potendo citarli tutti, ma li ringrazio in un unico abbraccio. Così,
con queste premesse, viene naturale al gruppo offrire uno spazio a
Donata, con il mio accompagnamento, a vantaggio dei presenti che
possono così ascoltare due gruppi di mammiferi - Catweasle e Red
Fox - al prezzo di uno.
Devo
rilevare che talvolta il mio compito di presentatore e
intrattenitore non viene preso molto sul serio. Savino ha bisogno di
qualche attimo in più per accordare le sue complessive diciannove
corde (il suo basso ne ha cinque, il bouzouki, com’è noto, otto)
ed io, dopo aver anticipato il titolo e il testo delle ballate in
repertorio, che si suddividono in amori lieti (lei è bella e io
sono cotto e felice), amori tristi (lui non è più lui, il suo
sguardo è diventato freddo e vuoto, come mai?) (ha
un’altra, piccina: l’amore è eterno finché dura…), o
tragici (lui la saluta per unirsi alla resistenza irlandese e una
fucilata gliela ammazza fra le braccia), non so più cosa dire.
Donata viene allegramente in soccorso al mio mutismo chiedendomi in
quale tonalità sia il pezzo (informazione sicuramente di grande
interesse per la stragrande maggioranza del pubblico); un giovane
sfacciato in prima fila mi invita a parlare più leeentaaameeente,
così da riempire meglio l’intervallo, e poi ad intrattenerli con
un mio spogliarello… insomma, il clima (presumo grazie anche alla
birra che circola in allegra abbondanza) è rilassato e informale.
Cosa
dire? Se questo fosse il resoconto di un concerto dei BlueStyle
(che saliranno su questo stesso palco sabato prossimo) probabilmente
non risparmierei i miei soliti nevrotici commenti ad ogni
indesiderata sfumatura.. Stavolta ho avuto il mio daffare a
concentrarmi sul repertorio e rispettare gli spartiti e i ritmi di
mia competenza e lascio parlare i soci anziani della ditta, che in
verità mi sembrano soddisfatti dell’affiatamento del gruppo e
delle vibrazioni emesse e sono confermati dalle sontuose
registrazioni che il buon Umberto ha catturato durante
l’esibizione. Sì, le Donnole hanno messo le ali e, come drago di
nuova razza, si sono levate in volo.
21/01/2012
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