ORFEO
ALL'INFERNO
Concerto
Coro Largabanda - "Manhattan" - Torino, 2/12/12
Si
sa, l’Inferno è lastricato di buone intenzioni ed è vero: le
sentivo scricchiolare sotto le mie suole nella notte di domenica.
Almeno: o era l’Inferno, o era il Manhattan, “locale
storico
per concerti dal vivo. Un
posto "alternativo", arricchito da murales colorati e
animato da concerti rock e spettacoli. Esiste da trent'anni e non è
mai cambiato. Stile rock'n'roll, tavolacci di legno, panche usurate,
il tutto in una quasi totale oscurità.” Ripensandoci,
mi sentivo abbastanza vivo e non sono né Ulisse, né Enea, né
Orfeo, quindi è probabile che non mi trovassi all’Inferno ma
proprio in quel locale della vecchia Torino operaia. Ma allora la
successiva domanda è: cosa mi scricchiolava sotto i piedi, nei cupi
abissi e nei contorti anfratti del Manhattan? Ah, saperlo!
Prova
generale del concerto di Natale. Il Coro Largabanda è un fiume in
perpetua corsa verso il mare, in continua mutazione, ancorché
conscio che è il viaggio e non la meta la cosa più esaltante.
Alcuni dei coristi originari si sono arrampicati sulla sponda e
hanno salutato con la mano i compagni che proseguivano. Altri, nuovi
ed entusiasti, provenienti da ogni parte del globo, si sono
aggiunti. La nostra bionda corifera, il nostro capitano, la guida,
il cane da pastore, la molla, la spinta, la locomotiva... Donata
insomma, ha alzato la posta ed il coro ha risposto con slancio (sia
pure con moti diversi: qualcuno è meno veloce di altri, qualcuno si
attarda e insegue sbuffando, ma giuro che non ho… ehmmm… non HA
intenzione di abbandonare la sfida.)
I
brani sono aumentati di numero e vengono arrangiati in modo più
vario e sofisticato; i solisti si impegnano di più; le
armonizzazioni sono studiate minuziosamente; la coreografia
(ondeggiamenti, battiti di mani, passi e figure ritmiche) non è più
un optional, ma è ormai parte integrante dell’addestr… dello
spettacolo. Ogni canzone è ora presentata, a turno, dai singoli
coristi ed è stupefacente come ciascuno abbia saputo approfondire
messaggi e storie e autori e cornice e gossip! Ogni presentazione è
un piccolo gioiello a sé stante che crea da subito, da prima,
curiosità e attenzione nel pubblico.
Soprattutto
è stato arricchito l’accompagnamento strumentale: inserire una
batteria, strumento principe per dare la giusta scansione, ma ferale
se dietro alle pelli si sedesse un violento calibano, dal tiro
pesante e fracassone, poteva essere un azzardo, un rischio, un
errore per i delicati nervi dei nostri fragili gorgheggiatori. Ma
tranquillizzatevi: il nostro aguzzino, o capo-voga, insomma il
musico con le mazze e il tamburo, non poteva essere scelto meglio
trattandosi di quel Salvo attento e sensibile e dal tocco calibrato
di cui già dicemmo mirabilie nella nostra cronaca dell’ultimo
concerto Out Of Range. La
band sarebbe quindi composta dal M° Umberto Cariota (tastiere e
attacchi), da The President Lajolo (chitarre, lamelle e vibrazioni)
e dal rombante Salvo Li Volsi (batteria e finali) (oltre ad un mio
specifico assolo central-newyorkese) . Mhhh… manca qualcosa, non
trovate? In un combo completo, in un gruppo strumentale
tradizionale, ci vorrebbe un rotolante e inarrestabile basso, almeno
nei pezzi più ritmici e swinganti. Detto, fatto. Il nostro coro è
uno scrigno di preziosità da cui si estrasse, risposta alle nostre
preghiere, la leonessa Annalisa “Balisa” Bruno, concentrato di
carattere, tenacia, orgoglio, orecchio (beatlesiano), occhi
(cerulei), corredata di un cospicuo basso Yamaha e delle necessarie
dita e abilità per trarne i dovuti e scanditi schiocchi e glissati.
E
con i nostri Quattro Moschettieri ad aprire la parata, sotto la
trascinante guida di Lady Oscar Donata, il Coro Largabanda, novello
Orfeo, ha portato la Musica all’Inferno!
(Pardon:
al Manhattan.)
il
Coro Largabanda
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