CROCEVIA
guida
all’ascolto
Sono
passati sei anni dalla presentazione del cd Maschere e specchi e non
sono rimasto con le mani in mano. Accanto ai vari progetti musicali
(Red Fox, Dylaniana, Le Vecchie Canzoni del Nuovo Mondo, Colleghi
cantautori, Soul Songs) riguardanti altri autori e generi, ho
continuato a scrivere. Testi, soprattutto, finchè non mi è venuta
la voglia di trasformarne qualcuno in canzone. Così, a fine 2021,
mi sono trovato con il materiale per realizzare questo nuovo album,
tredici canzoni (in italiano) più due strumentali. La principale
differenza con il lavoro precedente è che stavolta ho fatto tutto
da solo, voci e strumenti, utilizzando un po’ più di tecnologia.
Ho rinunciato alle abilità vocali e strumentali dei miei bravissimi
amici, ma ho mantenuto un profilo da cantautore (più o meno)
solitario e autosufficiente. Ma devo citare il contributo
dell’ottimo Umberto Cariota, essenziale nella fase finale di
missaggio e mastering.
1
– ALL IS ONE (strumentale). Ho sempre apprezzato la musica
senza parole, le colonne sonore e in particolare i lavori
dell’Alan Parsons Project e il loro sapiente uso di
un’elettronica melodica, così ho mischiato un paio di sequencer e
di chitarre per realizzare questo brano sinuoso e ondulatorio. Il
titolo? Non so neanch’io, forse allude proprio alla ricetta che
mette insieme sonorità analogiche e digitali. Funge da ouverture,
da introduzione: spero lo troviate interessante.
2
– COLLEGHI CANTAUTORI. E’ una canzone scritta nel secolo
scorso, un omaggio ai primi cantautori, i miei fratelli maggiori
(Paoli, De Andrè, Guccini, Vecchioni, Branduardi, Dalla, Gaber) a
cui dedicavo una strofa ciascuno. Un po’ lunghetta, in occasione
dello spettacolo omonimo l’ho accorciata e in questa versione ho
rivisto l’elenco dei miei beniamini (che ora comprende anche
Battisti, Silvestri, Fossati, Zucchero e Venditti). Mi è sembrato
doveroso metterla all’inizio, quale riconoscimento delle mie
radici cantautorali.
3
– CREARE UNA CANZONE. Ho trovato divertente scrivere una
canzone sbarazzina su come si scrive una canzone! In realtà quello
che trasmetto è l’imprevedibilità, il fatto che i versi nascono
spesso per caso e con le più svariate motivazioni, umori e stati
d’animo. Alla fine però è il cuore, più che il cervello, il
motore principale.
4
– CROCEVIA. Brano per me importante, è quello che dà il
titolo all’album. Nasce alcuni anni fa e vuole sottolineare
l’importanza di sapersi svincolare da schemi rigidi e prevedibili
e aprirsi a nuovi incontri, nuove esperienze, nuove comprensioni.
Nel testo ho inserito una metonimia, la figura retorica che sposta e
inverte significati e sintassi: non è lui che giunge a un crocevia,
ma quest’ultimo che “giunse”, lo sorprese, lo intercettò.
Scritto così mi sembra più significativo.
5
– NIGHT TOWN. E quindi, deviando, perdendosi nei crocicchi e
lasciandosi trasportare dal vento, si finisce per arrivare di sera
in un luogo sconosciuto, forse pericoloso e fare ambigui incontri.
L’atmosfera notturna e fumosa è ispirata al brano Somewhere
down the Crazy River di Robbie Robertson (il chitarrista della
Band… gli accompagnatori di Dylan… quello lì).
6
– MARVIN. Qui ci ho messo la mia passione per i film
d’epoca, i noir degli anni Quaranta con Humphrey Bogart, Sterling
Hayden, Alan Ladd. Marvin (il nome è un omaggio al chitarrista
degli Shadows) è un furfante, probabilmente finirà male, ma per il
momento riesce a farla franca. Pezzo grintoso, rockeggiante, sono
contento di come è venuto.
7
– QUEL GIORNO. Anche qui ho un grosso debito di ispirazione ed
è Queen Jane Approximately
di Bob Dylan: anche lui comincia con “Quando…” ed elenca tutte
le frustrazioni a cui lei andrà incontro chiedendole sornione se,
alla fine, non avrà voglia di andare (tornare?) da lui. Io però
l’ho detto a modo mio e con un fragoroso arrangiamento da big
band.
8
– MARIO E CARLA. Erano i tempi di Anna
e Marco di Dalla e mi venne l’idea di scrivere una canzone su
una coppia. Fra i nostri amici c’erano appunto Mario e Carla e
usai spudoratamente i loro nomi per questa buffa, improbabile e
fantascientifica avventura. Ve la presento in una nuova versione, più
snella.
9
– BUONI PROPOSITI. Pensate: scrissi questa canzone su un
viaggio nel tempo e il solito paradosso temporale; poi, poiché mi
era piaciuto il risultato, ne ricavai un breve racconto con cui
partecipai ad un concorso e vinsi un significativo premio, grazie a
cui pubblicai la mia raccolta Tempo
spettinato. Il titolo iniziale era Idi
di marzo (da cui potete agevolmente arguire l’argomento e la
vicenda), ma Buoni propositi
è decisamente migliore e più ironico. Mi fu suggerito: avrei
voluto arrivarci io.
10
– CAFE’ NERUDA. Un vivace rock ‘n’ roll che vuole
omaggiare il locale torinese che propone più musica dal vivo di
qualunque altro e in cui ho suonato in diverse occasioni. Grazie
Sergio! C'è anche il video: https://www.youtube.com/watch?v=htLO4sZMbXg.
11
– ACQUA E SABBIA. Il fiume, la clessidra, il tempo, la vita:
tutto scorre, muta, ti obbliga a stare al passo ed affrontare le
situazioni, gli imprevisti, le difficoltà. Ma non è una canzone
pessimista. La vita mi piace.
12
– SPACCAMASCELLE. Le lotte fra bande cittadine, i Jet e gli
Sharks di West Side Story,
o i Rockers e i Mods londinesi, violenza e ribellione senza causa.
Ma quando arriva Spaccamascelle (l’ho disegnato avendo in mente
Lemmy dei Motörhead, ma è ispirato anche al possente minatore
della canzone Sixteen tons,
nonché a un personaggio minore del Corto Maltese di Hugo Pratt) non
ce n’è per nessuno. L’ultima strofa suggerisce umoristicamente
che il nostro eroe ha affrontato i numerosi avversari per garantire
il sonno alla vecchia zia.
13
– TESTA TORINO, CROCE MILANO. Che ve lo dico a fare? Vi siete
sicuramente accorti che l’idea mi arriva pari pari da Heads
Carolina, Tails California di Jo Dee Messina. Io l’ho
ambientata nel triangolo industriale nostrano e trasportata negli
anni ’60 (quando si ballava il twist). I nomi delle
co-protagoniste sono di reali amiche mie e forse qualcosina più del
nome. E’ il pezzo più leggero dell’album, ma il ritornello è
orecchiabile.
14
– NOCTURNA. Un bel blues in Mi minore. Il blues è l’ideale
per descrivere il disagio, le ansie, i sogni che ti fanno svegliare
di colpo. Mi piace il testo, è uno di quei casi in cui fra versi e
rime ho centrato l’obiettivo.
C'è
anche il video: https://www.youtube.com/watch?v=N-k6Otk_jnI
15
– DARK DREAMS (strumentale). Sogni oscuri, quindi l’ideale
conclusione della sequenza di canzoni e dell’album. Un brano
dall’andamento circolare, onirico, pensoso che chiude
simmetricamente il cd. E’ tutto, grazie per l’attenzione.
(2/2/22)
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