C.G. Gordon

 

 

E.E. Gordon

 

 

Gordon Band: Dora Claudio Marco

Marina Salvo Marco Franco

(foto: Marina Pretti e Dora Tortora)

 

 

 

 

 

 

 

LE VOCI DI GORDON

Lezione-concerto per bambini - Ludoteca Drago Volante - Torino, 24/02/2013

La proposta di Dora, la nostra statuaria corista e insegnante di musica per piccole gole (ehm… piccoli diaframmi), di partecipare a un concerto basato sul metodo Gordon mi lascia perplesso. Poiché non mi piace essere colto impreparato, vado a documentarmi. Il generale britannico Charles George Gordon, Gordon il Cinese, Gordon Pascià, eroe popolare della guerra contro lo schiavismo, tragicamente morto nell’assedio di Khartum del 1885 contro le armate dervisce del Mahdi (interpretato da Sir Laurence Olivier nel film del 1966 di Robert Ardrey, mentre il mento volitivo del generale era quello di Charlton Heston), ebbe una vita avventurosa ed epica. Definito da Gladstone, che pure non lo amava, “un eroe ispirato e pazzo", operò con coraggio, integrità, umanità, diplomazia e strategia, dalla Russia alla Cina all’Africa, dove divenne governatore generale del Sudan ed eroe nazionale. Tuttavia la sua canzone preferita era "Abide With Me" (Resta con me) e nel programma che ci presenta Dora non v’è traccia di questo essenziale tassello e tale assurda omissione non può non stupirmi. Aggiungiamo che gli spartiti dei pezzi evergreen che la nostra coordinatrice ci propone in aggiunta alle saltellanti melodie gordoniane sono pazzescamente complessi per un basical guitar man come il sottoscritto (fedele al motto: “Un rocker suona tre accordi davanti a tremila persone, un jazzista suona tremila accordi davanti a tre persone”) e capirete che la buona amicizia, la stima, la voglia di collaborazione con Sua Altezza Dora venne messa a dura prova. Tutto si risolse quando la reticente signora si decise finalmente a puntualizzare che il Gordon in questione era Edwin E. e non Charles G., non è inglese ma americano, ha un passato di contrabbassista jazz nella band di Gene Krupa, ha inventato la teoria musicale che porta il suo nome e soprattutto (per lui) è ancora vivo e vegeto. Accidenti agli omonimi! Concordato inoltre che avrei potuto adattare le partiture alle mie artritiche possibilità, iniziammo l’avventura. Compagni di viaggio, pescati nel serbatoio/laboratorio di Largabanda, l’inossidabile vocalist Marina P. (l’iniziale del cognome è essenziale essendo le largabandifere marine articolo di grande diffusione e smercio) e il soffice e rassicurante Salvo di cui già dicemmo mirabilie qui e qui. Veterani del gioco, Claudio alla tromba e Marco al contrabbasso (in perfetta coerenza strumentale gordoniana), oltre a due lontane e lombarde colleghe insegnanti, che ci avrebbero raggiunti all’evento in tempo utile per rinforzare la linea vocale con la loro esperienza.

Non è facile descrivere sulla carta (o sullo schermo) la peculiarità delle proposte gordoniane, rapidi schizzi sonori, per lo più vocali, che prevedono di stimolare la naturale e spontanea curiosità delle piccole ugole, coinvolgendole in uno schema minimale e ripetitivo. Diciamo che la variante dorica (nel senso di Dora e non nel senso modale del termine) era appunto una più ficcante e presente componente strumentale che, a mio umilissimo parere, effettivamente aumentava l’appetibilità della proposta e il coinvogimento del pubblico.

La frenetica vita moderna, i soverchi impegni di lavoro e famigliari e personali, ridussero drasticamente le possibilità di prove a organico pieno. Inoltre le voci esterne, quelle oltre Ticino, diedero improvviso forfait e così, con organico parzialmente ridotto ma in compenso ben determinato, affrontammo in una nevosa (e nervosa!) domenica elettorale la nostra sfida. Mentre rifinivamo la prova volumi, gli ultimi ritocchi, posizioni e attacchi e finali, il buon Marco, il contrabbassista, mi conquistò definitivamente oltre che per la sua abilità strumentale, il suo garbo e la sua lucida visione complessiva, con un sorridente invito al sottoscritto che girellava irrequieto con la chitarra al collo: “Adesso proviamo Blue Moon. Sei dei nostri? Ti unisci a noi?”

 

La sala era stracolma di piccoli esseri umani scalpiccianti e dei loro genitori: un tornado di riccioli d’oro e dentini in crescita e occhioni sgranati e vocine acutissime e piedi terremotici e dita, quante dita! Fu una bella esperienza; il programma si snocciolò e si distese; Dora diresse con ampi gesti coinvolgenti; bimbi e genitori parteciparono seguendo i suoi inviti e noi suonammo, armonizzammo, controcantammo e ci divertimmo. Bello. Da ripetere. Genitori: tenete d’occhio i prossimi annunci di una nuova edizione di una lezione-concerto col metodo Gordon. (E.E. Gordon, non C.G.: controllate!)

 

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