PAROLE E ANIME
"Incontro d'Autore", sala conferenze dell'Ecomuseo Cruto di Alpignano - 1/03/08
E così i sacri debiti di ospitalità sono stati
onorati e il buon Andrea Borla, che ospitò me e le mie celtiche fiabe fra i
ciriacesi confini, ha potuto raccontare in quel di Alpignano le sue
geometriche ispirazioni, complice ovviamente il Comitato Cittadino per il
Centro Storico di Alpignano, benemerita associazione dal chilometrico nome,
fondata e governata con fantasia e estro da Davide Tommaso Giordano
validamente supportato dal solare Piero Griginis e dal puntuale Enrico
Castelli e soci tutti.
Cinque autori a confronto, sapientemente e a
volte maliziosamente interrogati dall’inquisitrice Noemi Penna, e i cui
testi sono stati letti, recitati, interpretati e sofferti dall’emozionabile
Graziella Ghione e dalla serena Luciana Griginis.
Andrea ci presenta col ben noto eloquio
spiritoso e divertente la sua ultima opera “Odio”, un giallo a rovescio, in
cui sin dall’inizio sappiamo chi sia il colpevole, riconosciuto e punito, ma
ci vorrà tutto il romanzo per scoprire, attraverso un laico confronto con lo
psicoterapeuta del carcere e un viaggio nei meandri della sua psiche, CHI ha
ucciso e PERCHE’. L’amicizia con Andrea è nata, come ammicca lui stesso,
dalle cose che “abbiamo in comune in Comune”, essendo entrambi ligi e
sovraccarichi funzionari di amministrazioni pubbliche. Ma questo è stato
solo l’accidente iniziale e la nostra frequentazione ora si basa su ben più
stringenti e solidi vincoli di impalpabili vibrazioni.
Come sicuramente ricordate (e se no rileggetevi
il novantesimo precedente) anche il prolifico Alessandro Del Gaudio è della
partita e con “Aurora d’inverno” ci conduce con lucidità e padronanza
dell’intreccio nel genere fantasy; “Una
donna, l'essere più potente del mondo, e un oscuro demone che vive e agisce
nell'ombra. Una richiesta disperata d'aiuto, un ragazzo come tanti altri,
Lugo, pronto a rispondere, debole, semplice, ma non solo. Al suo fianco
sette eroi che sembrano usciti fuori da una leggenda, tutti con qualcosa da
nascondere e alla ricerca di qualcosa. E poi un guerriero giunto da lontano,
da un'altra dimensione, pronto a guidarli.”
Con la sua professionale abilità a raccontare
storie, spero di non averlo deluso rivolgendo il mio entusiasmo soprattutto
al suo saggio “L’identità segreta – Supereroi e dintorni” che promette al
mio Peter Pan interiore di alzare il velo sui favolosi personaggi a due
dimensioni della mia infanzia mai veramente finita.
Gemma Bosio è l’unica poetessa del nostro
piccolo gruppo. “L’anima nuda” ci propone poesie arrivate con la violenza e
l’imprevedibilità di uno tsunami, ci confessa, alla fine di un lungo
percorso di rinascita interiore. Gemma legge da sé alcune poesie (le altre
sono affidate a Graziella) e mi colpisce il lento ritmo della sua
esposizione, parole come graffiti incisi sulla pietra, emozioni di un attimo
ma destinate a lasciare tracce profonde e non più cancellabili. La serenità
e la pacata ironia di Gemma affiorano poco a poco, le apprezziamo in brevi
ritratti di uomini-vento e donne-terra, in istantanee di consapevolezza, in
sguardi all’indietro su faticose salite che portano verso l’aria pura.
L’ultima immagine che ci regala è lei che sfoga il suo estro pittorico con
gessetti colorati sulla lavagna di una classe di fortunati allievi.
Gisella Catalano, sia pure attraverso la sua
dichiarata timidezza, ci tiene a rassicurarci che l’opera “Quarto piano” è
ricca e piena di positività e buone vibrazioni e racconta di percorsi di
arricchimento e crescita e amore. Ma interrogata da Noemi spiega che il
quarto piano è quello di un ospedale che ospita storie di malati terminali
di cui si nutre la sensibile anima della protagonista e anche il suo corpo,
in reazione all’incontro con queste storie estreme, storie finali. Il pianto
irrefrenabile di Graziella che sta leggendo un passo del libro ci commuove
e, almeno per quell’attimo, sposta le nostre miopi attenzioni dal banale
oggi all’eternità.
Quanto a me, Noemi, puntigliosa e
attenta, ha piluccato le notizie che mi riguardano e, oltre a pormi la ormai
tradizionale domanda se mi senta più musicista o più scrittore (domanda alla
quale ormai non so più rispondere, tanto sento intrecciate dentro di me
parole e note) mi chiede persino conto della mia lontana incursione nella
Settima Arte, quando composi e registrai la colonna sonora della “Trasia”,
cortometraggio sulla schizofrenica identità contadina degli anni ’80,
settimane e giornate e ore scandite fra il più remunerativo lavoro in
fabbrica e il duro destino nei campi. La trasia è un anello di vimini che
serve per aggiogare i buoi all’aratro, oggetto totemico di un altro tempo e
altri equilibri dell’uomo con la natura e con se stesso.
Il libro che presento è “L’Ombra
del Graal” e Graziella ed io serviamo come antipasto il
dialogo-battibecco fra l’arciere Nicolas e il bardo Lokart, che trovate in
altra parte del sito, ed un monologo fra un personaggio e il suo allenato
cervello, l'unica arma di cui veramente si fidi. Non mi lascio scappare
l’occasione per ricordare che il personaggio di Lord Woren si può
anagrammare in Nerwo, per quell’autoreferenzialità dell’arte di cui parlava
John Lennon (cito io) e Borges (puntualizza Andrea).
Un pomeriggio di parole, parole, parole, senza
neppure il dolce conforto della limpida voce e della musica di Donata Guerci
che all’ultimo momento non siamo riusciti a coinvolgere quale lussuoso
intermezzo.
Eppure le due ore sono volate, perché sul
minuscolo palco del Cruto non si sono alternate solo le multiformi parole di
cinque scrittori, ma anche le loro cinque anime.
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