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Dipinto di Moja
Elaborazioni grafiche e tavole illustrate: LC graphica, Andrea Lesmo Edizioni Triskel, 2005 |
L'Ombra del Graal
Artù ha estratto la Spada-nella-Roccia ed è stato proclamato Re di Britannia. Ma non tutti i nobili lo accettano come sovrano ed i più potenti gli si ribellano, in un susseguirsi di sfide, duelli, battaglie, tradimenti e complotti che sconvolgono la Gran Bretagna del quinto secolo dopo Cristo. In questo turbolento scenario, l'ago della bilancia può essere rappresentato da un inaccessibile castello e dal suo accorto feudatario, Lord Woren. Durante un rischioso viaggio, che forse risolverà le sorti della guerra civile, si incontrano e si confrontano vari personaggi: Lokart il bardo, Dawn la cantatrice, Barbadoro il druido, Andorius l'erborista, Gyot il falconiere. Sullo sfondo della vicenda campeggia un inquietante e profondo interrogativo: cos'è il Graal e come lo si potrà mai raggiungere?
Questo terzo volume della saga arturiana ispirata al Laboratorio Musicale del Graal presenta l'inizio delle loro vicende e ci porta al momento in cui i nostri cinque amici si incontrano per la prima volta.
Conclude Mariangela Cerrino nella sua prefazione: "Franco Nervo ci riconduce così, scivolando quasi tra paludi e castelli e campi di battaglia, fino a "La Porta di Samain", perché la narrazione è un cerchio, e lui abilmente ha lasciato per ultimo l'anello iniziale. Così, non appena chiuso il libro, corriamo a riaprire il primo, per continuare nella via… proprio dove "Il carro avanzava lento…". Siamo però più ricchi, perché in questo romanzo non c'è soltanto l'ombra del Graal – coppa e smeraldo e velo sollevato e consapevolezza della Madre – ma anche quella della musica, traccia e vibrazione che vive oltre il tempo, ad incantare l'anima di chi sa ancora ascoltare."
Dal Capitolo 2 - Schieramenti e movimenti
"Ehi Nicolas, guarda: quello laggiù è l'approdo. Siamo arrivati." "Bene! Sbarcheremo che è ancora giorno e potremo fare un buon tratto di strada prima di fermarci per la notte. Credo che raggiungeremo Fynnheld entro domani sera." "Ah-ah. Io non ho ancora capito perché lasciare l'Irlanda per mettersi al servizio di uno gnomo gallese. Ma cos'ha di così particolare questo Woren? Ha due teste? E' un centauro, oppure è un uomo con la coda di lucertola? Da quello che ho sentito non c'è gallese che non sia fatato, non abiti in una pignatta magica e non si trasformi in un cocomero parlante ad ogni plenilunio." "Già, come non c'è irlandese che non abbia i capelli rossi, non sappia suonare almeno tre strumenti diversi e, quando ha bevuto, non si vanti di avere infilzato almeno ottanta nemici con l'unghia del mignolo. Te l'ho già detto, zuccone: Lord Woren arruola solo i più bravi arcieri di Britannia ed io voglio essere fra quelli e battermi e confrontarmi con i migliori." "Bella roba, essere il più grande arciere d'Irlanda e scegliere di diventare il penultimo arciere del Galles!" "Aaah, piantala! Ma poi, perché 'penultimo'?" "Beh, ci sarà pure un vecchio arciere gallese con le giunture arrugginite e la vista indebolita che tirerà peggio di te, no?" "Sei la solita linguaccia, Lokart. Se non ti garbano i miei progetti potevi rimanertene a Dundalk a ululare alla luna invece di venirmi dietro. Chi te lo ha fatto fare?" "Come dici tu, ero stufo di alzare i miei canti solitari alla luna, avevo voglia di viaggiare, conoscere nuove genti, imparare nuove canzoni e cantare per un pubblico che non fossero sempre e solo mia zia, tua sorella e il vecchio Ernst, che è anche sordo. Dài, aiutami a scendere a riva: prendi l'arpa... fai attenzione, cushlamochree! Sei solo un maledetto soldataccio: trattala bene! Dove credi che ne possa trovare un'altra uguale in questa terra di rape danzanti?"
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