Delos

 

Giorgio

 

Fulvio & Franco

 

 

D.O.C. Sound

 

colori e suoni

 

TURNE'

Liguria e Sardegna - estate 2012

 

 

Delos è il nome di un piccolo ma saggio chiosco biancazzurro al limite del lungomare di Andora, condotto con impareggiabili tocchi di tzatziki e taramosalada e miele e frutta e yogurt Fage dalla sorridente e ateniese Joanna. Il luogo è contraddistinto da una sventolante bandiera greca e da un più immoto totem sormontato da una chitarra che esprime plasticamente la devozione del sito alla dea Musica. Lingue amiche hanno parlato di me all’ellenica sovrana locale e di conseguenza eccomi in viaggio dotato di tutto l’occorrente per allietare le serate andoriane con il mio repertorio celtic-western-bluesy, insomma il recital Le Vecchie Canzoni del Nuovo Mondo che spazia dalle fosche ballate scozzesi e dalle solari gighe irlandesi ai vibranti canti dei pionieri e dei fuorilegge per concludersi con i toccanti gospel e i graffianti blues: due secoli di storie in musica nella lingua di Shakespeare e Davy Crockett (opportunamente introdotte e tradotte dal sottoscritto). Poiché la prima serata riscuote l’apprezzamento del pubblico vagante sul lungomare, o oscillante morbidamente sui dondoli, o assorto a degustare le prelibatezze greche della bionda padrona di casa, ne faremo il bis, o meglio ne approfondiremo i temi la sera seguente. Bella esperienza grazie al posto, alla gente e al cibo e ci lasceremo con Joanna auspicando di creare le premesse per altre analoghe occasioni musicali.

Curiosissima coda all’evento una telefonata poche settimane dopo dall’amico Giorgio, grande cultore e pluristrumentista country: “Ciao Franco, indovina dove sono? Sono a Delos e Joanna ti saluta. Sì, ho suonato qualcosa poco fa e lei mi ha detto che giorni fa si era esibito un altro musicista di Torino. Chi? chiedo io e lei: Franco Nervo.” Insomma, le strade del Signore e ancor più della Musica sono davvero infinite e imprevedibili e sulle coincidenze e concomitanze vi consiglio di riascoltare Synchronicity I & II dei Police (1983): “Sincronismo - Un principio di collegamento - Legato all'invisibile - Quasi impercettibile - Qualcosa di inesprimibile - La scienza è insensibile - La logica così inflessibile - Casualmente collegabile - Tuttavia nulla è invincibile…”

Sarà l’anno dell’annunciata fine del mondo, eppure (o forse proprio per questo) è un anno in cui la musica vola alta e larga e permea di sé ogni angolo e anfratto. Perciò nessuno stupore se Fulvio, ormai lanciato come legittimo conduttore del progetto Gli Amici di Faber, ha approfittato delle doverose vacanze per portare il Verbo nell’Isola (la Sardegna) e, complice il mio arrivo e la mia andoriana attrezzatura che è rimasta provvidenzialmente sull’auto, combina una serie di concerti sotto la palma, vale a dire nel solare villaggio camping Sa Prama. Alla fine saranno quattro serate in cui alterneremo le ispirate e anarchiche poesie di Fabrizio De Andrè, i miei scalpitanti cow boys, i cantautori Che-Conosciamo-Tutti e qualche evergreen. Anche qui l’impatto è positivo e ci si lascia con gli amichevoli gestori ipotizzando di preparare per l’anno prossimo un repertorio ancora più vario e prevedendo sin dall’inizio un’attrezzatura completa e professionale.

Estate di turné, quindi, ma chi molto suona, molto deve ascoltare, come recita il saggio adagio ed infatti, smessi i panni colorati degli entertainmenters, ci siamo sommessamente mimetizzati fra il caldo pubblico di un trio di chitarristi notevoli per tecnica e gusto, i D.O.C. Sound, di radici sardissime ma che vantano collaborazioni internazionali (Mike Stern, Tommy Emmanuel… fatevi un giro sul loro sito: www.docsound.net) con un repertorio di classici pop-rock riarrangiati per tre funamboliche chitarre acustiche.

Poi, nelle calde serate estive, girovagando fra vicoli e bar ci siamo imbattuti nello spiritoso trio Gli Avanzi Di Gallura, due chitarre e percussioni per un repertorio un po’ più attuale e sghembo del precedente con arrangiamenti più onirici. Altra serata dedicata al quartetto La Compagnia, con un filologico repertorio di cover italiane anni ’60 e ’70, cioè, per capirci: Senza Luce dei Dik Dik (alias A Whiter Shade Of Pale dei Procol Harum), Chi Mi Aiuterà dei Ribelli (alias You Keep Me Hangin’ On nella versione dei Vanilla Fudge) o Un Ragazzo Di Strada dei Corvi (alias Ain't No Miracle Worker dei californiani Brogues). Anche se io sono da sempre propenso a prediligere e ricompensare l’originale anziché la copia, la scaletta era correttamente presentata ed inquadrata dal bassista portavoce del gruppo. Tutti musicisti sardi, come si è visto; eppure in quest’ultimo caso uno dei gestori del villaggio mi aveva esternato la sua preoccupazione e riserva in merito all’accento dei quattro compagni: non lo avevo sentito un po’ strano? Io non avevo notato nulla di particolare, salvo la classica scansione e inflessione isolana. Eh no, replicava lui scuotendo la testa, la loro parlata era molto diversa da quella locale perché erano forestieri. E di dove, chiedevo io? Di Siniscola, ammetteva lui con un sospiro. Vale a dire dalla cittadina confinante, 20 km a nord-ovest.

La Sardegna e i sardi sono unici e irripetibili. Alla prossima.

 

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