FENDER JAGUAR HH (2010-2014)
Il corpo è definito offset, che qui va interpretato come "non regolare", "asimmetrico" e la conferma ce la dà il reggi-chitarra da pavimento, su cui lo strumento si accascia storto. E' una chitarra pesante, quasi 4 kg, ma essendo a scala corta (come la Mustang) il manico è ridotto e nell'insieme il corpo è equilibrato. La Jaguar (modello di punta della Fender introdotto nel 1962) è famosa per la complessità delle sue regolazioni: tono e volume generale; tre switch a slitta di cui due inseriscono i due pick up e il terzo dà più presenza e botta negli assoli; infine un ulteriore interruttore che esclude il circuito precedente, collega solo il p.u. del manico e ne regola tono e volume tramite due rotelline. La logica era di predisporre un suono per l'assolo ed uno per l'accompagnamento e passare dall'uno all'altro con un semplice tocco. La Jaguar non ebbe il successo sperato, anche se il suo suono cristallino divenne lo stato dell'arte per la surf music (Beach Boys, Ventures, Chantays, ecc.). Fu poi resuscitata dalla musica grunge degli anni '90 e ancora adesso viene pubblicizzata e proposta per chi "vuole ottenere il suono di Tom Verlaine dei Television o di Kurt Cobain dei Nirvana". A me, del suono di Cobain non può fregare di meno e quindi ho snobbato questo dinosauro finché non è stato proposto con un paio di grossi e grassi humbuckers che vengono gestiti e splittati tramite i comandi superiori, le due rotelline che ora servono per passare gradualmente dal suono a due bobine a una sola. La chitarra quindi diventa improvvisamente molto più duttile (pur conservando una nitidezza sonora di base) e ammetto che la scala corta è burro sotto le mie tozze dita. Non so come sia arrivata fin qui, è tutto ancora molto confuso. Ma intendo scoprirlo. |
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