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Oggi parliamo di...

I BlueStyle - Il Cantautore - I Recitals - Chitarre - Parliamo di...

 

 

Tracklist:

  

1. Stay Visible

2. Home

3. Stranger

4. Different World (Taormine.Me.)

5. Underneath The Ice

6. The Jeweller (Part 2)

7. A Life Shot In Black & White

8. Kiss The Ground

9. Dolphins

 

 

Chrissie Hynde

SIMPLE MINDS - Black & White 050505

(WEA, 2005)

 

Nel 1982 ascoltavo molto blues e poco pop. Di sicuro non ascoltavo New Gold Dream dei Simple Minds, né l'anno dopo ascoltavo Sparkle in the Rain, i loro album più maturi e più famosi. Ma non ho mai avuto fretta. Ho sempre pensato che la musica non sia un treno da prendere al volo, ma un lago le cui acque si confondono e mescolano, e che prima o poi ci si possa bagnare in ciò che non è evaporato nel frattempo.

Così pochi mesi or sono mi è capitato di ascoltare Alive and Kicking e Belfast Child e mi hanno colpito. E' vero, il primo paragone è con gli U2, una intensità, urgenza, emozione molto simile. Però gli arrangiamenti erano più completi e complessi, anche se più pop e meno rock, con le tastiere di Michael McNeil che accentuano l'aspetto sognante e fantastico, come una finestra aperta sul magico villaggio di Brigadoon.

 

E così, dopo una ricerca sulla storia delle Menti Semplici di Jim Kerr (con cui ho d'altronde una vecchia ruggine, essendo stato sposato per un po' con uno dei miei grandi amori, l'americana Chrissie Hynde dei Pretenders - vedi Musica Amore Mio) ecco che mi trovo fra le mani il loro ultimo album, chiuso in studio il 5 maggio 2005, come specifica il titolo.

La maggior parte delle recensioni (non tutte) è particolarmente acida: "un suono tirato a lucido e (fin troppo) possente, che dona alle tracce un'indubbia patina di appeal. Poi però vai a scavare e... sotto il vestito niente!";  "un pomposo adult oriented rock, distante ormai anni luce dalla decadente eleganza arty degli esordi"; "riff banalotti"; "brani che si ingolfano in quel chitarrismo saturo che ha inquinato il sound del gruppo"; "un ritornello stantio"; "un suono che vuol essere energico, ma si rivela soprattutto bolso"; "nove canzoni nuove, ma nessun pezzo decente". In questi giudizi risentiti si intuisce una delusione che secondo me impedisce di essere obbiettivi.

A me l'album non dispiace. Trovo potente l'ouverture di Stay Visible, con un arrangiamento moderno e incalzante. Mi piace Home, il primo singolo tratto dall'album, i riff di chitarra e basso, il testo non così criptico come al solito:

trasportato nella nave di notte

per condurmi al porto nascosto

ritrovata infine la chiave

per aprire le porte della prigione

ripiegate le ali del merlo

regalatemi con occhi di straccione

entrano gli sciacalli

per dirmi che devo dire addio, addio, addio

 

Anche Stranger ha una sua forza, nonostante il coretto finale. Su Dolphins, infine, sono tutti d'accordo e le riconoscono una atmosfera dolce e sognante, ispirata e suggestiva.

 

Insomma, il mio suggerimento è molto semplice: se già vi piacevano i Simple Minds, concedete un'opportunità a questo album. Se invece non li conoscete ancora, sappiate che si tratta di pop-rock bene arrangiato, ben suonato, da ascoltare in autostrada o nella penombra di una stanza chiusa con l'estate che bussa alla porta.