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Gli Inediti: Ladro!

 

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Sono colpevole, Vostro Onore.  Per anni saccheggiai la musica anglosassone, rivestendola con versi e parole mie. Ma l'intenzione era buona: così facendo volevo rendere comprensibili, condivisibili i testi che troppo spesso venivano sottovalutati o ignorati. Non riuscii sempre a farne delle traduzioni fedeli e talvolta mi lasciai guidare solo dalle sensazioni che quelle musiche e magari il titolo, avevano suscitato in me.

Ma, come Robin Hood, io rubai ai Grandi per donare ai poveri. Avrò diritto a qualche attenuante?

 

 

LUNGO  LE  TORRI  DI  GUARDIA

 

 "Ci dev'essere un'uscita qui!"

- disse al ladro il Gran Giullar -

"C'è troppa confusione, non ne posso più.

Gli affaristi mandan giù il mio vino e poi

i contadini scavano la mia terra: perché?"

 

"Non eccitarti, amico" - il ladro disse allor -

"Siamo in parecchi a credere che la vita è così,

solo una beffa, ma noi qui queste cose sappiam,

perciò non contar balle: è tardi, e tu lo sai".

 

Lungo tutte le torri vegliavano anche i re,

le donne andavano su e giù e i servi ancor di più.

Un gatto in distanza rabbioso miagolò,

due cavalieri apparvero, il vento ululò ...

 

 

Il ladro e il giullare vivono nella dimensione onirica della fantasia di Bob Dylan. Eccezionale anche la versione che ne dà Jimi Hendrix al massimo della sua forma.

 

"All Along The Watchtower" di Bob Dylan.

LP "John Wesley Harding" (1968)

Jimi Hendrix. LP "Electric Ladyland" (1968)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PARANOIA

 

Stavo per radermi la barba

già con il rasoio in mano

forse era solo curiosità

o forse un modo per gettarmi via, lontano.

Ma mi son fermato

e mi sono perdonato

e ho pensato di doverlo proprio a te.

 

E' successo forse perché io non stavo tanto bene

sentivo dei rumori nella stanza

come il fiato di migliaia di persone

come un temporale che avanza.

Ma mi son cercato negli specchi

e mi son fissato negli occhi

e ho sentito che lo devo proprio a te.

 

Ora mi sento più tranquillo

e son sdraiato al sole

e sommo mentalmente

il passato col presente

e il futuro io lo devo a te.

 

 

Crosby canta: "Quasi mi tagliavo i capelli", ma io, condizionato dal fatto che non ho mai portato i capelli lunghi, mentre invece porto la barba, l'ho trasformato così.

Purtroppo i capelli lunghi di David rappresentavano la libertà, la ribellione, la sua "bandiera di freak" e il suo rifiuto di tagliarli era la sua sfida al conformismo e ai benpensanti, mentre tutto questo non si ritrova più nei peli della mia barba.

Questa semplice sostituzione ha trasformato una canzone graffiante e di protesta in un ripensamento intimista. E' proprio vero: traduttore = traditore!

 

"Almost Cut My Hair" di David Crosby (CSN&Y).

LP "Deja vu" (1970)

 

LO  SAPEVAMO

 

E quando tu intrecciavi là

quella stuoia in filo spinato

che nessuno ti avrebbe pagato

lo sapevamo già.

 

Le Cassandre non vanno giù,

molto meglio gli adulatori;

mai nessuno sorride ai propri errori:

lo sapevamo.

 

Ricordi quei giorni in cui

stavamo cambiando il mondo?

Ora è il mondo che cambia noi,

lo immaginavi?

 

Per chi non è fatto di gomma

gli spigoli crescon di numero

e il sole di giugno è un po' pallido

per riscaldarci.

 

E forse un bicchiere di troppo,

o forse la mia presunzione,

m'illusero di essere un altro,

ma il sole è un po' più in su.

 

Noi siamo e restiamo chi siamo,

cambiamo, ma assai lentamente

e che il gioco ci avrebbe stancato

lo sapevamo.

 

 

 Canzone a cui sono particolarmente affezionato, dedicata a Laura, amica e collega di lavoro e di sindacato, Cancro di fine giugno, come me. Delusione e melanconia, rassegnazione, ma anche un po' di fierezza. Perlomeno per la consapevolezza della sconfitta, per non scoprirsi, oltre che dei perdenti, anche degli illusi!

La musica originale è splendida (ad accordi discendenti) e molto gratificante da suonare sulla chitarra.

 

"We Used To Know" di Ian Anderson (Jethro Tull)

LP "Stand Up"(1969)

 

 

 

 

 

 

 

 

LA  LINGUACCIA

 

Non mi considero un intellettuale

però, ieri, son rimasto male:

siedo in poltrona, apro il giornale

e scopro che la situazione attuale

"... presenta dei fermenti disgreganti individuanti

l'afasia soggettivistica connessa con l'estraneità

che una teoresi armonica strumentalizza

veicolando amorfa consapevolezza ..."!

 

D'accordo, è vero, non mi tengo aggiornato

però a questo non ero preparato.

"Cara ..." - mia moglie alza la testa: "Cosa c'è?"

"Senti, sapresti spiegarmi cos'è

un paradigma informativo, un impegno selettivo,

un corrispettivo psichico, un sussulto segnaletico

funzionale a soggetti reali preesistenti,

cassato dalla repressione della marginalità. Eh?

Non voglio certamente farne un dramma

ma queste cose non me le ha insegnate la mamma!

Sono io che non capisco niente,

oppure stan prendendo per il culo la gente?

Dimmi, dimmi un po' che ne pensi tu"

 

Abbiamo discusso fino a tarda sera

prima di capir la verità dov'era:

la lingua cambia e dobbiamo adeguarci,

per farci capire dobbiamo servirci

di contesto, alienazione, compromesso, selezione,

aggregante, sostanziale, prioritario, potenziale,

qualunquismo, marginale, frustrazione, viscerale,

connotato, prospettiva, autocritica, dissenso,

nevrosi, esperito, marxiano, gestione,

spazio, acquisito, nella misura in cui ...

sto dandomi da fare per imparare

ad esprimermi come insegna il giornale:

vi confesso che mi stanca un poco,

ma non voglio essere escluso dal gioco!

Dimmi, dimmi un po' che ne pensi tu

 

 

Per quanto possa sembrare incredibile trovai tutte queste espressioni in politichese, sinistrese, sindacalese e via confusionando, sparse in un unico numero estivo di una prestigiosa rivista italiana. Le assemblai con un po' di disinvolto nonsense ... e il gioco fu fatto!

La canzone originale si prestava molto bene all'esperimento essendo anch'essa basata su una specie di frenetico scioglilingua.

 

"Long Come A Viper" di Dan Hicks And His Hot Licks - LP "Last Train To Hicksville" (1973)

 

LO  SCARABEO  D'ORO

 

Sulla costa nord-occidentale

sulla spiaggia giace una scialuppa

naufragata da quasi cent'anni

tutta a pezzi e corrosa dal mare

 

Tu passeggi ed uno scarabeo

luccicante attira l'attenzione

lo raccogli e cauto te l'avvolgi

nella pergamena trovata lì

 

Sarà il fuoco amico nel camino

che per caso svelerà il segreto

della frase invisibile celata

del tesoro di Capitan Kidd

 

"Un buon vetro - ovvero un canocchiale -

nell'albergo del Vescovo - una roccia -

dalla sedia del diavolo guardare

ed un teschio su un ramo scorgerai

 

Vai ... corri ... trova quel posto ...

sali sul ramo ... dall'orbita vuota ...

fai cadere una palla ... segnati il punto ...

fai cinquanta piedi ... ecco: è lì! Scava ...

scava ... scava ...

 

 

E' il famoso racconto di Edgar Allan Poe, che comprende l'affascinante e geniale decifrazione del messaggio scritto in codice e con inchiostro simpatico e la successiva ricerca del tesoro.

La musica originale iniziava su un lento ritmo di risacca, per poi accelerare e diventare sincopata e dava benissimo l'idea della frenesia che prendeva i protagonisti man mano che si avvicinavano alla soluzione del mistero.

 

"Gonna Run" di Alvin Lee (Ten Years After).

LP "Watt" (1971)

PORTOBELLO

  

Morgan si svegliò - con la lingua spessa

e non ricordò - quella sua promessa.

Ma i suoi tenenti, dritti sul castello

stavan gridando: "A Portobello!"

 

Morgan si sbiancò - salendo alle murate

e si rammentò - le sue spacconate.

Ma ormai era tardi, col viso tetro

non poteva più tirarsi indietro.

 

Giunsero così - fino in Costarica.

Era mezzodì - e la città nemica

sdraiata al sole, tra due mari

non aspettava certo quei corsari!

 

Morgan non sapeva - che cos'è l'onore,

solo pretendeva - esser vincitore.

E sulle scale spinse dei frati

e, dietro quelli, tutti i suoi pirati.

 

Gli Spagnoli che - potevan mai fare?

Esitaron, poi - tristi, giù a sparare!

E fumo e sangue! E la mattina

vide stravolta la carneficina.

 

Morgan si staccò - dalla sua fiaschetta

ed attraversò - la nebbia maledetta ...

e i suoi tenenti, dritti sul Castello

stavan gridando: "E' nostra, Portobello!"

 

 

La vera storia di un'impresa del corsaro Morgan.

Il pezzo originale è bellissimo, con la voce incredibile di Maddy Prior, eccezionale per grinta ed estensione.

 

"Cam Ye O'er Frae France" tradizionale, nell'esecuzione degli Steeleye Span.

LP "Parcel Of Rogues" (1973)