LA LINGUACCIA
Non mi
considero un intellettuale
però, ieri,
son rimasto male:
siedo in
poltrona, apro il giornale
e scopro che
la situazione attuale
"...
presenta dei fermenti disgreganti individuanti
l'afasia
soggettivistica connessa con l'estraneità
che una
teoresi armonica strumentalizza
veicolando
amorfa consapevolezza ..."!
D'accordo, è
vero, non mi tengo aggiornato
però a
questo non ero preparato.
"Cara
..." - mia moglie alza la testa: "Cosa c'è?"
"Senti,
sapresti spiegarmi cos'è
un paradigma
informativo, un impegno selettivo,
un
corrispettivo psichico, un sussulto segnaletico
funzionale a
soggetti reali preesistenti,
cassato dalla
repressione della marginalità. Eh?
Non voglio
certamente farne un dramma
ma queste
cose non me le ha insegnate la mamma!
Sono io che
non capisco niente,
oppure stan
prendendo per il culo la gente?
Dimmi, dimmi
un po' che ne pensi tu"
Abbiamo
discusso fino a tarda sera
prima di
capir la verità dov'era:
la lingua
cambia e dobbiamo adeguarci,
per farci
capire dobbiamo servirci
di contesto,
alienazione, compromesso, selezione,
aggregante,
sostanziale, prioritario, potenziale,
qualunquismo,
marginale, frustrazione, viscerale,
connotato,
prospettiva, autocritica, dissenso,
nevrosi,
esperito, marxiano, gestione,
spazio,
acquisito, nella misura in cui ...
sto dandomi
da fare per imparare
ad esprimermi
come insegna il giornale:
vi confesso
che mi stanca un poco,
ma non voglio
essere escluso dal gioco!
Dimmi, dimmi
un po' che ne pensi tu
Per quanto possa sembrare
incredibile trovai tutte queste espressioni in politichese,
sinistrese, sindacalese e via confusionando, sparse in un unico
numero estivo di una prestigiosa rivista italiana. Le assemblai
con un po' di disinvolto nonsense ... e il gioco fu fatto!
La canzone originale si prestava
molto bene all'esperimento essendo anch'essa basata su una specie
di frenetico scioglilingua.
"Long
Come A Viper" di Dan Hicks And His Hot Licks
- LP "Last Train To
Hicksville"
(1973)