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Gli Inediti: Il Potere Positivo
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Il Potere Positivo ovvero "Le Metamorfosi del Professor Bellavista"
Questo libro parla di esperienze di medicina alternativa.E racconta di un viaggio compiuto nel proprio universo interno, alla ricerca di se stessi. Il Bellavista del titolo è proprio il solare professore creato e interpretato da Luciano De Crescenzo, dalle cui sintetiche concezioni filosofiche sono partito per arrivare infine, in un modo che andrò a narrare, ad un loro sorprendente sviluppo. Chi scrive è una persona normale con normali problemi che ha imparato in questi anni ad ascoltare sempre più i messaggi che gli provenivano da dentro. E a capire che bisogna veramente smetterla di fare distinzione fra corpo e anima, fra psiche e materia. Siamo "uno". |
Capitolo 4 - LA METAMORFOSI
Bisogna partire da un po' lontano. Medicina orientale, agopuntura, shiatsu, riflessologia, sono tutte tecniche molto antiche, ma legate da un principio comune, la convinzione in una energia vitale (nota come ki) che scorre entro invisibili canali, o meridiani, attraverso tutto il corpo. Ogni meridiano è collegato ad un organo, od una funzione del nostro organismo ed è possibile entrare in contatto con il ki in certi punti del suo percorso manipolando e stimolando piccole zone appropriate. Quando stiamo bene, l'energia circola liberamente in tutto il corpo mantenendolo in un corretto equilibrio. Ma se l'organismo viene attaccato da agenti esterni (ferite, malattie), o interni (stress, nevrosi), o si impigrisce e non lavora come dovrebbe, il ki non può più circolare liberamente e ciò provoca lo stato di malessere del corpo, i cui sintomi possono essere di vario tipo. I miei mal di testa, ad esempio, derivavano da disordine del fegato, dovuto a sua volta a cattiva alimentazione, o causato da nervosismo e affanni. Dovrebbe esser chiaro a tutti ormai che in tale situazione è solo un palliativo prendere una pillolina per il mal di testa, quando il problema vero, la causa a monte, è da ricercarsi altrove. Stimolando i punti di collegamento con il ki, si può ristabilire il corretto flusso di energia vitale, aiutando il proprio corpo a ritrovare l'equilibrio, l'armonia perduta, quella che i greci antichi chiamavano omeostasi. Quando non si sa quale sia la vera causa del malessere sarà buona norma trattare ogni punto, agire su tutto l'organismo, in linea con i principi della medicina olistica, quella cioè che ha spostato l'attenzione dalla malattia alla salute ed alla persona umana nella sua interezza, quella che, nell'antica Cina, faceva sì che i medici venissero pagati nel periodo in cui facevano star bene il (ricco) paziente e a cui si sospendeva ogni compenso in caso di malattia fino a guarigione compiuta. Senza entrare in ulteriori dettagli (esistono ottimi libri che trattano a fondo ogni diversa tecnica, da come è nata nell'antichità, agli sviluppi e modifiche dell'ultimo secolo) possiamo posizionare le varie pratiche lungo una retta secondo il tipo di pressione esercitata: ad un'estremità troveremo l'agopuntura, che agisce praticando una forte pressione su punti microscopici chiamati tsubo; poi lo shiatsu, nel quale la pressione è esercitata non più con attrezzi ma con le dita delle mani su superfici situate in tutto il corpo; nel massaggio zonale si manipolano le piante dei piedi, dove terminano tutti i meridiani energetici: ad ogni specifico punto corrisponde un'azione sull'organo corrispondente; all'altra estremità della retta metteremo la metamorfosi, con i suoi tocchi leggeri.
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Bene. Dobbiamo la scoperta della tecnica metamorfica (chiamata anche Terapia Prenatale) a Robert St. John ed alle sue ricerche personali sulla riflessologia. Alla base di tutto c'è una geniale intuizione e cioè che molti mali del corpo (individuati manipolando i piedi) potevano esser messi in rapporto con un blocco nei riflessi della spina dorsale. In altre parole, il massaggio era ugualmente efficace quando egli lavorava soltanto sul riflesso spinale e non su tutto il piede. Poichè la colonna vertebrale contiene il sistema nervoso centrale e, come stiamo ripetendo sin dall'inizio di questo libro, non c'è separazione tra corpo e mente, St. John fu portato a studiare gli effetti psicologici del trattamento riflessologico. Lavorando sulla regione del tallone aveva notato nei pazienti una tendenza ad avere dei problemi con quello che chiamò "il principio della Madre": cioè, chi aveva blocchi o squilibri nella zona che riflette la base della colonna vertebrale e gli organi sessuali, presentava psicologicamente difficoltà di rapporti sia con la propria madre, sia riguardo il "principio materno" del paziente stesso, che consiste nella capacità di prender cura degli altri, nutrire ed essere ricettivi. Ma se il principio della Madre si localizzava nel tallone, dov'era situato il principio del Padre? Lo identificò, dopo vari esperimenti, nella prima articolazione dell'alluce, corrispondente al riflesso della nuca. Rilevò che, quando vi erano dei blocchi in tale zona, il paziente aveva problemi psicologici con il principio paterno, il proprio padre od altra figura autorevole, fino ad esprimere difficoltà nell'esprimere la propria autorità, come pure nel concedersi il diritto di essere se stesso e persino di esistere. St. John, insomma, aveva sovrapposto alla mappa fisica dei punti di riflesso, una mappa psicologica. Ma andò ancora oltre: egli intuì che il percorso fra l'alluce e il tallone, fra il principio paterno e quello materno, poteva essere visto anche come una mappa temporale e cioè rappresentare i nove mesi della gestazione, dall'iniziale intervento del padre, al momento della nascita, tutto incentrato sulla madre. Di conseguenza manipolando questa zona, si interviene anche su cosa quel periodo ha prodotto, ripercorrendo i vari stadi: la coscienza di sè dell'essere in formazione, la consapevolezza dell'ambiente circostante, i primi movimenti, i primi atteggiamenti mentali nei confronti degli "altri", dell'universo esterno-da-sè, l'attesa/soddisfazione/spavento della nascita. Insomma, manipolando l'area intimamente collegata con il periodo in cui le nostre forze e le nostre debolezze si sono inizialmente stabilite, si possono produrre cambiamenti a vari livelli: mentale, emotivo, comportamentale. Il periodo della gestazione appartiene al passato, ma il passato è ancora in noi (o, forse, esiste solo il presente, come dicevamo a proposito dello "schema di esistenza totale"): allentando la struttura del tempo, la forza vitale del paziente (assistito dal praticante metamorfico che funge da catalizzatore e deve mantenersi distaccato, attento a non interferire e non pilotare in alcun modo il cambiamento) può ritornare sulla matrice psicologica formatasi in quel passato e riformularla, raggiungendo una maggiore libertà interiore.
Il Massaggio Metamorfico accompagna il paziente in uno stato in cui la sua energia vitale può ripercorrere ed affrontare i suoi più antichi e inconsci blocchi psicologici e modificarli.
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